Amarcord, tanti ex con il dente più o meno avvelenato, storie dal sapore romantico. Palermo-Lazio è tutto questo, una sfida incrociata tra decani della panchina e tra presidenti “finti amici” che non vedono l’ora di farsi lo sgambetto. C’è chi l’ha ribattezzato il “derby delle aquile”, visto che Olympia se la vedrà con il suo dirimpettaio siculo, ma sarà soprattutto l’ennesimo probante banco di prova per saggiare il reale valore della sorprendente squadra di Edy Reja. L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare al derby mantenendo la posizione privilegiata delle ultime giornate, continuando a guardare tutti dall’alto al basso. Per farlo, il tecnico goriziano sarà chiamato a superare un ostacolo insidioso, specie tra le mura del “Renzo Barbera”, che nelle ultime 29 gare di A è stato sbancato una sola volta, il 19 settembre scorso dall’Inter. 19 successi e 9 pareggi, recita per il resto il bottino rosanero, un dato freddo e preoccupante, che, però, non tiene conto del trend biancoceleste lontano dall’Olimpico (3 vittorie ed 1 sconfitta). Per superare a pieni voti l’esame di maturità contro Mastro Delio servirà una prova di forza, un mix esplosivo delle virtù evidenziate nelle prestazioni corsare di questo inizio di stagione. Servirà il carattere di Firenze, l’autorità di Verona, il cinismo di Bari, servirà soprattutto una Lazio consapevole delle proprie qualità, che non ceda alla tentazione di limitarsi ad un atteggiamento esclusivamente attendista ed rinunciatario: “Il grado di difficoltà di questa gara è molto alto – esordisce Reja in conferenza stampa - . I valori del Palermo non li scopro io, in particolare in casa giocano ad altissimi ritmi, non sarà facile contenerli. Se vogliamo avere ragione servirà una prestazione di grande intensità per parare le loro azioni offensive, ma dobbiamo essere pronti a ribaltare l’azione. Possiamo metterli in difficoltà, ma è chiaro che tutti e 11 i calciatori che scenderanno in campo devono dimostrare grande condizione fisica e tattica. Sarà necessario chiudere tutti gli spazi e stare molto attenti ai loro trequartisti che giocano tra le linee. Spetterà a noi il compito di leggere bene la partita, loro sono una squadra che propone molto in avanti, compreso con i terzini, dobbiamo essere molto accorti”.
In tal senso, l’osservato speciale sarà l’argentino Pastore: “Ha grande maturità nonostante la giovane età, ha grande qualità tecnica, è molto difficile da marcare, se riesce a trovare spazi è dura. Noi, dal canto nostro, in fase difensiva stiamo attraversando un buon momento di forma, ma non basterà solo questo, serve anche una grossa mano dei centrocampisti. Ma anche loro dovranno preoccuparsi di noi, tra l’altro Rossi affronterà molti calciatori che ha già allenato e che conosce bene, qualche precauzione la prenderà anche lui”.
Lazio accorta e pronta a ripartire, sarà questo il canovaccio della gara. Un atteggiamento che potrebbe portare il tecnico goriziano a variare leggermente l’assetto tattico: “La mia idea è quella di chiudere gli spazi nella zona centrale, in tal senso potremmo anche schierarci con i tre centrocampisti centrali (4-3-2-1, ndr), ma devo ancora ponderare bene prima di decidere. Possiamo anche variare in corsa, in base a quello che può accadere in campo, abbiamo tutti giocatori che possono adattarsi. Vediamo come si mette la partita, nel caso in cui dovessimo metterci a tre sarebbe Mauri a scalare qualche metro più indietro. Anche abbassando il suo raggio d’azione potrebbe comunque continuare ad inserirsi in zona offensiva. E’ una sua qualità innata”.
Reja che a Palermo è esploso come calciatore ma che da ex non ha mai vinto in terra siciliana: “Lì ho trascorso i miei migliori anni da calciatore, mi hanno dato molto, ho ancora degli affetti che mi legano a questa realtà. Stranamente, però, lì non ho mai vinto, gli ex di solito fanno qualcosa di positivo. Spero che questa tradizione possa cambiare. In alcune gare non ho vinto per sviste arbitrali, ora sarebbe il caso di chiudere questo conto, mi piacerebbe molto, non tanto per il risultato, ma perché vorrebbe dire che siamo sulla strada giusta, significherebbe fare un salto importante in termini di crescita”.
Palermo come cartina di torna sole delle ambizioni biancocelesti. Non ci sarà modulo di fare calcoli, malgrado l’imminenza del derby ed il rischio squalifica che pende sulla testa di Radu (diffidato, ndr): “Non esiste il concetto di stare attenti, quando affronti le gare devi sempre dare il massimo, se c’è da fermare un calciatore si fa, l’ammonizione può capitare. Quando si entra in campo si deve giocare al 100 per cento”.
Il derby è vicino, ma il rischio di un condizionamento è da escludere: “E’ chiaro che non si può non pensarci, ma i ragazzi sono molti attenti alla partita di domani. Sanno bene che ora inizia un ciclo importante e che dovranno confrontarsi con squadre molto importanti. Palermo prima, Roma poi. La squadra giallorossa sta incontrando delle indubbie difficoltà, ma hanno davvero dei campioni. Noi auguriamoci che mantengano questo trend negativo anche contro di noi, ma è una partita in cui può accadere di tutto”.
Aumentano le aspettative, crescono vertiginosamente le responsabilità: “Ora iniziano le gare importanti, la pressione è sempre maggiore, noi vorremo mantenere il più possibile questa convinzione. L’aspetto più importante è la motivazione e la sicurezza che abbiamo raggiunto. La convinzione che siamo competitivi si respira dall’interno, i ragazzi stanno lavorando bene, questa è una squadra che sta crescendo, anche se a volte dovremmo essere più spregiudicati. A questa squadra chiedo grande intensità. Domani giocheremo in uno stadio molto caloroso che spingerà il Palermo a mettere in campo grande intensità, grande ritmo, voglio attenzione corsa”.
Così come sono state le seconde linee mercoledì scorso con il Portogruaro: “Hanno fatto un’ottima gara, considerando anche il fatto che pochi di loro avevano il ritmo della partita. Hanno dimostrato una buona tenuta. Per quanto mi riguarda non li ho scoperti in Coppa Italia, Gonzalez per esempio fa parte della nazionale uruguaiana, Garrido è una vita che gioca, non sono giocatori alle prime armi, hanno valori importanti. So perfettamente che posso pescare tranquillamente in questo gruppo, senza incontrare difficoltà”.
La gara di Palermo è stata accesa in sede di presentazione dalle provocazioni di Zamparini. A Formello, la parola fortuna è bandita: “Non voglio ripetermi, posso solo dire che il presidente ha ragione sulla forza del Palermo. Non so se è più forte di noi, questo lo vedremo a fine campionato, ma è vero che sono una squadra importante. I due slavi, per sempio, (Ilicic e Bacinovic, ndr) sono giocatori con grandi mezzi. E’ una squadra che ha una rosa adeguata, di grandi valori ed in più è una squadra giovane che ha voglia di arrivare. Per quanto riguarda noi, la fortuna non centra nulla, i punti che abbiamo fino ad oggi sono tutti meritati. Alla luce di quello che abbiamo fatto questi discorsi non esistono, queste sono solo lo provocazioni ed invidie”.
A provocare invidie, probabilmente è anche la qualità e la personalità del reparto mediano di Reja: “In questa zona del campo sono tanti gli allenatori in campo. Per esempio Mauri che capisce subito qual è la situazione e cerca di mettersi nella condizione di rendersi utile. Lo stesso Ledesma. Nella zona centrale del campo abbiamo esperienza e qualità importanti. Hernanes uguale. Sono questi i giocatori che determinano tutta la situazione. E’ lì che risiede la nostra forza”.
A proposito del Profeta: “Il processo di adattamento sta continuando, sta crescendo. Ci sono esempi di molti stranieri anche che hanno avuto bisogno di tempo per inserirsi. Dal punto di vista tecnico e della conoscenza sta migliorando, per quanto riguarda la condizione fisica è un po’ affaticato, ma in settimana l’ho visto bene, auguriamoci che domani confermi il tutto”.
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