venerdì 10 dicembre 2010

Floccari l'indispensabile contro il suo maestro Del Neri; Anni fa una doppietta alla Juventus...

Dicono: la Lazio con Ibrahimovic sarebbe da scudetto. Vero, anzi probabile, anche se per sostenere la squadra biancoceleste lo svedese dovrebbe snaturarsi e giocare per gli altri. Il sogno di Reja è lottare per il titolo sino alle ultime giornate di campionato con i gol di Floccari, 5 in 13 partite in questa stagione, 13 in 30 partite nel 2010, ovvero da quando Lotito lo ha acquistato dal Genoa. C’è un altro esame di maturità da superare, forse l’ultimo prima di consegnare alla Lazio l’etichetta di antagonista principale del Milan. C’è il confronto con la Juventus, terza in classifica a tre punti di ritardo dalla banda Reja. Bonucci e Chiellini si scaldano per provare a fermare Floccari, il regista offensivo che fa salire la squadra e favorisce gli inserimenti di Hernanes, Mauri e Zarate. 
Provate a chiedere a Delneri cosa pensa del centravanti calabrese. Già due anni fa, quando allenava l’Atalanta, lo segnalava per la Nazionale: “Le scelte di Lippi sono rispettabili, davanti ha una scelta molto ampia. Non sono d’accordo con lui però quando dice che Floccari deve dimostrare di essere da Nazionale. Floccari non deve dimostrare niente a nessuno: per me è già un giocatore degno della maglia azzurra, ha fatto vedere grandi cose. Se merita va in Nazionale, altrimenti resta a casa. Ma avrà la sua chance deve solo aspettare” racontava il tecnico di Aquileia nel febbraio 2009. Domenica Sergio Floccari ritroverà il suo antico maestro all’Olimpico di Torino. Delneri è l’allenatore che gli ha permesso di esplodere all’Atalanta, realizzando 20 gol in due campionati.
La Lazio nel destino, la Juve per diventare grandi. Ci sono tanti intrecci nella storia di Sergio Floccari, che all’epoca del settore giovanile a Nicotera e poi a Catanzaro giocava mezz’ala. “Pochi centravanti possiedono le sue doti tecniche” la testimonianza recente di Bruno Giordano, che di attaccanti se ne intende e che lo aveva allenato a Messina. Floccari planò sullo stretto nel gennaio 2006, era stato acquistato in comproprietà da Messina e Atalanta. L’esordio in serie A il 18 gennaio al San Filippo proprio contro la Lazio, entrando nell’ultimo quarto d’ora per sostituire Di Napoli. Impiegò poche settimane Sergio per diventare titolare e un mese dopo il 18 febbraio 2006, segnò i suoi primi due gol in serie A.  
Messina-Juventus 2-2 con due perle di Floccari e solo una di Ibrahimovic. Era la Juve di Capello e Cannavaro, pochi mesi prima del mondiale. Primo gol di Sergio battendo Buffon di destro sul passaggio in profondità di Donati. Rimonta Juve e pareggio a 4’ dalla fine con un’altra prodezza da vero bomber: punizione di Sullo dalla sinistra, incornata di Floccari saltato più in alto di Vieira per colpire di testa e affondare Buffon.
A fine campionato il Messina lo riscattò alle buste versando un milione e venti mila euro per soffiarlo al club bergamasco. Nel luglio 2007 viaggio al contrario, l’Atalanta se lo riprende, pagandolo due milioni di euro più Stendardo junior. Ancora la Lazio nel destino perché il ds dell’Atalanta era diventato Carlo Osti, che aveva appena lasciato Formello. La concorrenza di Zampagna superata in fretta, un posto da titolare come prima punta per favorire i blitz di Doni. Ora Reja lo fa giocare allo stesso modo e se lo coccola: “E’ il mio regista offensivo. Può fare tutto, la prima e la seconda punta, me lo diceva Delneri” ha raccontato qualche settimana fa. Può fare tutto Sergio. Lippi non se n’era accorto. Prandelli sì. E in azzurro l’ha già convocato.
Floccari è nella top ten degli attaccanti più prolifici del 2010. Con la Lazio ha segnato 13 gol, 8 per firmare la salvezza, altri cinque per spingere l’aquila nelle zone altissime di classifica. Un gol ogni 195’ questo dice il curriculum di Floccari. Ora non segna da 225’: come a dire siamo fuori media, la Juventus è avvisata. Ma Delneri non bisogno di questi numeri per preoccuparsi di Floccari, a Bergamo rimase folgorato da questo attaccante con i piedi da trequartista. Nel gennaio 2009 la Juve lo voleva, fu proprio Delneri a bloccare tutto. Poi in estate i bianconeri ci riprovarono, ma il Preziosi aveva la liquidità delle cessioni di Milito e Thiago Motta all’Inter a anticipò tutti. Così Floccari finì al Genoa prima e alla Lazio poi. Edy ringrazia. 
Il tecnico quest’anno ha rinunciato a tutti tranne che a lui. Intorno a lui ha costruito una squadra che fa del tourbillon d’attacco uno dei suoi segreti. Non c’è Lazio senza Floccari, non ci sarebbe stato Reja senza Floccari. La scorsa estate il tecnico mise tra i punti fondamentali il riscatto di Floccari dal Genoa, pena le sue dimissioni. Da appassionato di filosofia qual è, a Floccari non sarà sfuggito il pensiero di Nietzsche: “Tutto va, tutto torna indietro”. Flashback dopo flashback domenica c’è la Juventus. Dopo sette anni, giusto la settimana scorsa, la Lazio è tornata a battere una grande e ora non vuole perdere l’abitudine. Per di più, alle vittorie sui bianconeri sono legati sei degli ultimi otto trofei vinti in Italia dalla Lazio. Chissà che Nietzsche non avesse davvero ragione.

Fonte: Corriere dello Sport

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