Ha dormito con il Profeta, gli ha spiegato tutto del derby. Hernanes e Rocchi, stessa camera, foresteria del centro sportivo di Formello. Oggi proveranno a tradurre sul prato dell’Olimpico la magia di un gesto tecnico sognato e immaginato a lungo durante la settimana e anche ieri sera, prima di spegnere la luce. Il brasiliano, nel ruolo di playmaker offensivo, più libero di creare gioco e ispirare l’attacco, non con l’obbligo di fare da spalla a Floccari, perchè avrà due punte da servire. Torna il capitano. Zàrate parte dalla panchina. Così ha provato e lasciato intendere Reja, deciso a giocarsela alla grande: chiudersi e ripartire, ecco il suo piano, tenendo in apprensione la Roma con gli scatti in profondità di Rocchi. Escludendo l’ipotesi della pretattica, difficilmente ci ripenserà. Nella mente del tecnico friulano è scolpito il film del 18 aprile e di una partita condotta in modo perfetto sino al rigore fallito da Floccari. Reja è convinto che Rocchi non lo tradirà, riuscendo a trasmettere a tutta la squadra lo spirito giusto di una partita in cui serviranno cuore e orgoglio, qualità tecniche, nervi saldi e concentrazione totale per cento minuti.
VELOCITA’ – Questo Tommaso ha ripetuto a Hernanes, il cui estro può diventare determinante, soprattutto giocando con il 4-3-1-2, a patto di indovinare i ritmi della partita, la semplicità delle giocate, eliminando i colpi a effetto. Serviranno concretezza e rapidità di pensiero, la palla dovrà viaggiare veloce per bucare la difesa della Roma. Rocchi, poi, è stato un maestro nel guidare il pressing su De Rossi e Pizarro negli ultimi derby, una sfida di cui conosce ogni risvolto tattico e psicologico.
NUMERI – Difficilmente sbaglia il derby. Ne ha giocati dodici, dieci da titolare, quattro ne ha vinti, cinque ne ha persi, tre volte è finita in pareggio. Cinque gol in dieci presenze dal primo minuto: Rocchi è l’uomo derby della Lazio, ha colpito la Roma anche quando era lanciatissima verso lo scudetto, pochi mesi fa. Lancio al millimetro di Ledesma, stop elegante e pallone piazzato di destro sul palo più lontano. Prodezza resa inutile dalla doppietta di Vucinic.
DECISIVO – Ci riproverà oggi Tommaso con l’obiettivo di trascinare la Lazio alla vittoria. Il gol più bello è ancora il primo, quello del 6 gennaio 2005 e di Di Canio, un tris clamoroso e in condizioni disperate, con Papadopulo al debutto in panchina. Un altro gol pesante, quello del pareggio, di testa su cross di Cesar, nell’autunno successivo. Una rete su rigore nel 3-2 del 19 marzo 2008, quello deciso da Behrami nel recupero. Nel novembre 2008, con la Lazio lanciatissima, la delusione firmata Baptista nella sera del tridente con Pandev e Zàrate contestato a Rossi. Due panchine (entrando nel finale) primache arrivasse Reja a restituirgli spazio, considerazione e gol decisivi per la salvezza nella scorsa primavera. “Voglio dimostrare di essere ancora determinante” spiegò all’inizio del campionato. Oggi può farlo: è arrivata la sua partita.
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