martedì 2 novembre 2010

Mister Edy Reja alla Ferguson

Reja alla Ferguson. E’ il proget­to di Lotito, che intende legarsi sine die al tecnico friulano. Non si parla di con­tratto, quello arriverà di conseguenza, tra qualche mese, quando la Lazio avrà verificato sul campo i traguardi raggiun­ti e lo spessore di una squadra che an­nuncia di aver aperto un nuovo ciclo. Per adesso incide la comunione d’intenti, lo sguardo di complici intese, la stima reci­proca e il lavoro avviato nei mesi scorsi. Si cominciano a raccogliere i risultati, c’è la voglia di continuare e proseguire in­sieme a lungo. Questo voleva esprimere Lotito parlando di rapporto sine die con Reja, scelto nel momento di difficoltà dell’inverno scorso, quando la preoccu­pazione della retrocessione in B stava diventando con­creta, e poi confermato a maggio, quando la società si era interrogata su come ripartire. Scelta saggia, perché non si è buttato il lavoro degli ultimi tre mesi di campiona­to e non si è smarrito quel patrimonio di certezze raggiunto sul campo e all’inter­no dello spogliatoio, in precedenza deva­stato dalle tensioni.
LONGEVITA’ -«E’ il mio Ferguson»ha spie­gato Lotito. E ieri Reja, intervenendo in diretta su Sky Sport 24, ha risposto.«Ma­gari. Mi auguro di continuare ad allena­re sino a settant’anni e spero di far anco­ra parte a lungo del progetto Lazio». La sua passione è allenare, non si è mai vi­sto dietro a una scrivania. Difficile supe­rare il ventennio di Ferguson al Manche­ster United, di sicuro zio Edy ha voglia di proseguire l’avventura sulla panchina della Lazio anche nei pros­simi anni. Sir Alex, come il suo amico Capello e Mou­rinho, grandi tecnici capa­ci di formare gruppi grani­tici e di puntare sulle moti­vazioni. «Questa è la filoso­fia attuale del calcio. Un calcio fatto di intensità e in cui il gruppo si esalta, se­guendo l’impronta del tecnico. Mai vista una squadra di Mourinho giocare senza intensità. Sì, penso che anche la Lazio stia assorbendo questo tipo di filosofia ».
SFIDA -L’allenatore friulano ha parlato anche della forza dello spogliatoio.« E’ sparito l’io, si parla del noi. Anche Zara­te ha assorbito questo tipo di filosofia». Tutti i pensieri e le aspettative sono con­centrate sul derby con la Roma. La Lazio domina la classifica con quattro punti di vantaggio sull’Inter, regina d’Europa. Nessuno parla di scudetto. Reja non s’az­zarda. «Bisogna aspettare almeno la fine del girone d’andata, aspettare altri scon­tri diretti. Per esempio domenica c’è il derby. La Roma ha qualità, giocatori im­portanti, ora è in difficoltà, ma si tratta di una squadra che dovrebbe riprendere il suo cammino. Godiamoci questo momen­to e basta»lo slogan coniato dal tecnico della Lazio.
TOTTI -S’è sottratto alla tentazione di ac­cendere il clima del derby e ha spiegato che la squalifica di Totti si trasformerà in un vantaggio per la Lazio.«Certo che è meglio non trovarlo nel derby»ha rispo­sto, prima di consigliare il segno «1» sul­la schedina.«Io in schedina metterei 1. Ma dico sempre così. La filosofia è que­sta: rispetto per tutti gli avversari, ma poi proviamo a giocarci la partita per vincerla».Un giorno di riposo nella sua casa di Lucinico, vicino a Gorizia. Oggi, in tarda mattinata, rientrerà a Roma. E nel pomeriggio ritroverà la Lazio al cen­tro sportivo di Formello. Parte una setti­mana di passione e di grande attesa. La sconfitta del 18 aprile, firmata da una doppietta di Vucinic, gli brucia ancora. Zio Edy e i suoi ragazzi vogliono pren­dersi la rivincita.

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