Reja alla Ferguson. E’ il progetto di Lotito, che intende legarsi sine die al tecnico friulano. Non si parla di contratto, quello arriverà di conseguenza, tra qualche mese, quando la Lazio avrà verificato sul campo i traguardi raggiunti e lo spessore di una squadra che annuncia di aver aperto un nuovo ciclo. Per adesso incide la comunione d’intenti, lo sguardo di complici intese, la stima reciproca e il lavoro avviato nei mesi scorsi. Si cominciano a raccogliere i risultati, c’è la voglia di continuare e proseguire insieme a lungo. Questo voleva esprimere Lotito parlando di rapporto sine die con Reja, scelto nel momento di difficoltà dell’inverno scorso, quando la preoccupazione della retrocessione in B stava diventando concreta, e poi confermato a maggio, quando la società si era interrogata su come ripartire. Scelta saggia, perché non si è buttato il lavoro degli ultimi tre mesi di campionato e non si è smarrito quel patrimonio di certezze raggiunto sul campo e all’interno dello spogliatoio, in precedenza devastato dalle tensioni.
LONGEVITA’ -«E’ il mio Ferguson»ha spiegato Lotito. E ieri Reja, intervenendo in diretta su Sky Sport 24, ha risposto.«Magari. Mi auguro di continuare ad allenare sino a settant’anni e spero di far ancora parte a lungo del progetto Lazio». La sua passione è allenare, non si è mai visto dietro a una scrivania. Difficile superare il ventennio di Ferguson al Manchester United, di sicuro zio Edy ha voglia di proseguire l’avventura sulla panchina della Lazio anche nei prossimi anni. Sir Alex, come il suo amico Capello e Mourinho, grandi tecnici capaci di formare gruppi granitici e di puntare sulle motivazioni. «Questa è la filosofia attuale del calcio. Un calcio fatto di intensità e in cui il gruppo si esalta, seguendo l’impronta del tecnico. Mai vista una squadra di Mourinho giocare senza intensità. Sì, penso che anche la Lazio stia assorbendo questo tipo di filosofia ».
SFIDA -L’allenatore friulano ha parlato anche della forza dello spogliatoio.« E’ sparito l’io, si parla del noi. Anche Zarate ha assorbito questo tipo di filosofia». Tutti i pensieri e le aspettative sono concentrate sul derby con la Roma. La Lazio domina la classifica con quattro punti di vantaggio sull’Inter, regina d’Europa. Nessuno parla di scudetto. Reja non s’azzarda. «Bisogna aspettare almeno la fine del girone d’andata, aspettare altri scontri diretti. Per esempio domenica c’è il derby. La Roma ha qualità, giocatori importanti, ora è in difficoltà, ma si tratta di una squadra che dovrebbe riprendere il suo cammino. Godiamoci questo momento e basta»lo slogan coniato dal tecnico della Lazio.
TOTTI -S’è sottratto alla tentazione di accendere il clima del derby e ha spiegato che la squalifica di Totti si trasformerà in un vantaggio per la Lazio.«Certo che è meglio non trovarlo nel derby»ha risposto, prima di consigliare il segno «1» sulla schedina.«Io in schedina metterei 1. Ma dico sempre così. La filosofia è questa: rispetto per tutti gli avversari, ma poi proviamo a giocarci la partita per vincerla».Un giorno di riposo nella sua casa di Lucinico, vicino a Gorizia. Oggi, in tarda mattinata, rientrerà a Roma. E nel pomeriggio ritroverà la Lazio al centro sportivo di Formello. Parte una settimana di passione e di grande attesa. La sconfitta del 18 aprile, firmata da una doppietta di Vucinic, gli brucia ancora. Zio Edy e i suoi ragazzi vogliono prendersi la rivincita.
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