Sintesi da Sky Sport:
"Pensieri di Lazio":
Ancora un'occasione sprecata, ma non tanto perchè si deve per forza avvicinare il Milan, ma più che altro per guadagnare punti sulle avversarie alle nostre spalle, in quanto tutte apparte l'Inter e il Palermo hanno pareggiato o perso. Un primo tempo a folate, un secondo più intenso nel possesso palla, ma comunque poco creativo e soprattutto conclusivo in zona offensiva. E le due facce della Lazio si possono capire dai dati: 1° Difesa del campionato, 7° attacco del campionato. è ovvio che in questa graduatoria ha molto influito il fatto di non aver fatto goal in tre partite nelle quali la sorte non ci ha sicuramente aiutato (Samp, Derby e Cesena). In ogni caso, la Lazio in 14° partite appunto, solo 3 volte non ha fatto goal. Non cominciamo con commenti disfattisti: nelle ultime due partite è mancata la lucidità nell'ultimo passaggio, testimone ne è l'evidente calo di Mauri, che però ritengo fisiologica e normale. Anche Floccari ieri è parso stanco, ma anche da lui non si possono pretendere 14 partite di fila a grandi livelli. Bene Zarate, che ha rischiato di fare il goal più bello che io abbia mai visto: tanto per fare una battuta che ho detto oggi ai miei amici "Se faceva quel goal se attappavano i buchi der colosseo" (e scusate il dialetto!). Buona anche la prestazione di Hernanes. Bene ancora la linea difensiva, Biava in particolare che sul goal del Catania a mio avviso subisce fallo, e all'ultimo secondo salva il punto striminzito che la Lazio è riuscita a portare a casa. C'è comunque una nota particolarmente positiva: per quanto a me possano non stare simpatici ALCUNI gruppi organizzati della Nord (per motivi extracalcistici), sono contento del loro ritorno "formale" allo stadio. Ancora più contento del ritorno del Sodalizio della Tevere. Finalmente ho sentito uno stadio caloroso, seppur 30mila presenze da secondi in classifica le ritengo poche.
Pagelle:
Muslera 6+
Lichtsteiner 6
Dias 6+
Biava 6,5
Radu 6+
Ledesma 5,5
Brocchi 6
Mauri 5
Floccari 5
Hernanes 7-
Zarate 7
Matuzalem 6
Foggia 5,5
Rocchi sv.
Reja 6-
Forza Lazio! Vola in alto Olimpia!
Alessio Servadio
lunedì 29 novembre 2010
domenica 21 novembre 2010
Serie A 2010-2011; 13° Giornata: Parma-Lazio 1-1
Sintesi da Sky Sport:
"Pensieri di Lazio":
Peccato, peccato davvero. Una prestazione da 7,5 di tutta la squadra, che però porta a casa solo un punto.
Bene quasi tutti, pochissimi errori in fase difensiva, troppo "sciuponi" in avanti: Per ben tre volte ci siamo trovati in 3 vs 2, con il portatore di palla centrale che ha tirato da lontano, non servendo le due ali, che si trovavano sempre sole.
Pagelle:
Muslera 6,5
Lichtsteiner 7
Biava 6+
Dias 6+
Radu 5,5
Brocchi 6,5
Matuzalem 7,5
Hernanes 6,5
Mauri 6,5
Floccari 7
Zarate 6+
Ledesma 6,5
Diakitè 6+
Rocchi sv.
Reja 6,5
Forza Lazio! Vola in Alto Olimpia!
Alessio Servadio
"Pensieri di Lazio":
Peccato, peccato davvero. Una prestazione da 7,5 di tutta la squadra, che però porta a casa solo un punto.
Bene quasi tutti, pochissimi errori in fase difensiva, troppo "sciuponi" in avanti: Per ben tre volte ci siamo trovati in 3 vs 2, con il portatore di palla centrale che ha tirato da lontano, non servendo le due ali, che si trovavano sempre sole.
Pagelle:
Muslera 6,5
Lichtsteiner 7
Biava 6+
Dias 6+
Radu 5,5
Brocchi 6,5
Matuzalem 7,5
Hernanes 6,5
Mauri 6,5
Floccari 7
Zarate 6+
Ledesma 6,5
Diakitè 6+
Rocchi sv.
Reja 6,5
Forza Lazio! Vola in Alto Olimpia!
Alessio Servadio
domenica 14 novembre 2010
Serie A 2010-2011; 12° Giornata: Lazio-Napoli 2-0
Sintesi da Sky Sport:
"Pensieri di Lazio":
Ci si doveva riprendere dopo le due battute d'arresto, pesanti, del Derby e a Cesena, e la Lazio ha fatto subito capire che ci vuole ben altro per abbattere il suo morale.
Infatti dopo pochissimi minuti, la Lazio ha cominciato a mantenere il possesso palla, e quindi a fare la cosa che gli riesce meglio. Intorno al 10' mister Reja spiazza Mazzarri e parecchi spettatori: Zarate prima punta, Floccari alle sue spalle sulla linea di Hernanes, spostato a destra, e Mauri. Da qui, la partita assume una fisionomia ben delineata.
Al 15' Mauri illumina l'Olimpico, lanciando Maurito Zarate che esegue uno stop a seguire (a detta dei napoletani con il braccio) con la spalla, incrocia alla sinistra di De Sanctis e porta in vantaggio la Lazio.
Il Napoli reagisce con veemenza, ma i BiancoCelesti controllano sempre molto bene: infatti i napoletani sono pericolosi solo al 30' con una traversa colpita da Lavezzi. Sul finire della prima frazione di gioco, Grava atterra Floccari in area, toccando comunque il pallone: classico intervento "dubbio", che sia nel caso dell'assegnazione che non, scontenterebbe una delle due squadre.
Nella ripresa la Lazio gestisce benissimo il possesso palla, concedendo al Napoli solo tiri dai 20 metri e più.
Al 61' Zarate ed Hernanes scambiano più volte fino all'interno dell'area di rigore, l'argentino serve Floccari al centro dell'area di rigore che spiazza il portire partenopeo: Partita chiusa!
Poi Maurito, poco dopo, colpisce anche una traversa, su un suo tiro deviato dalla testa di Cannavaro.
Finalmente Zarate verrebbe da dire, bene come sempre Floccari, ottima la fase difensiva, peccato per l'infortunio di Brocchi alla mezz'ora del primo tempo.
Pagelle:
Muslera 6+
Lichtsteiner 7
Biava 7
Andrè Dias 7
Radu 7
Ledesma 6,5
Brocchi 6,5
Mauri 6,5
Hernanes 7
Zarate 8
Floccari 7,5
Matuzalem 7
Bresciano 6,5
Garrido sv.
Reja 7+
Forza Lazio! Vola in Alto Olimpia!
Alessio Servadio
"Pensieri di Lazio":
Ci si doveva riprendere dopo le due battute d'arresto, pesanti, del Derby e a Cesena, e la Lazio ha fatto subito capire che ci vuole ben altro per abbattere il suo morale.
Infatti dopo pochissimi minuti, la Lazio ha cominciato a mantenere il possesso palla, e quindi a fare la cosa che gli riesce meglio. Intorno al 10' mister Reja spiazza Mazzarri e parecchi spettatori: Zarate prima punta, Floccari alle sue spalle sulla linea di Hernanes, spostato a destra, e Mauri. Da qui, la partita assume una fisionomia ben delineata.
Al 15' Mauri illumina l'Olimpico, lanciando Maurito Zarate che esegue uno stop a seguire (a detta dei napoletani con il braccio) con la spalla, incrocia alla sinistra di De Sanctis e porta in vantaggio la Lazio.
Il Napoli reagisce con veemenza, ma i BiancoCelesti controllano sempre molto bene: infatti i napoletani sono pericolosi solo al 30' con una traversa colpita da Lavezzi. Sul finire della prima frazione di gioco, Grava atterra Floccari in area, toccando comunque il pallone: classico intervento "dubbio", che sia nel caso dell'assegnazione che non, scontenterebbe una delle due squadre.
Nella ripresa la Lazio gestisce benissimo il possesso palla, concedendo al Napoli solo tiri dai 20 metri e più.
Al 61' Zarate ed Hernanes scambiano più volte fino all'interno dell'area di rigore, l'argentino serve Floccari al centro dell'area di rigore che spiazza il portire partenopeo: Partita chiusa!
Poi Maurito, poco dopo, colpisce anche una traversa, su un suo tiro deviato dalla testa di Cannavaro.
Finalmente Zarate verrebbe da dire, bene come sempre Floccari, ottima la fase difensiva, peccato per l'infortunio di Brocchi alla mezz'ora del primo tempo.
Pagelle:
Muslera 6+
Lichtsteiner 7
Biava 7
Andrè Dias 7
Radu 7
Ledesma 6,5
Brocchi 6,5
Mauri 6,5
Hernanes 7
Zarate 8
Floccari 7,5
Matuzalem 7
Bresciano 6,5
Garrido sv.
Reja 7+
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Alessio Servadio
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sabato 13 novembre 2010
Formello - Col Napoli torna la "Lazio Tipo": 4-2-3-1 con il ritorno di Mauri e Hernanes
FORMELLO – Calendario amico. E’ l‘unica nota positiva della grigia settimana biancoceleste, fitta di impegni ravvicinati che obbligano a voltare pagina con rapidità. Rispetto al post derby, l’obiettivo è sempre lo stesso, quello di ripartire, tornare in carreggiata, riprendendo il percorso virtuoso di inizio stagione.
FORMAZIONE TIPO - E’ già antivigilia presso il quartier generale capitolino. Con il Napoli si chiude un ciclo intenso di gare, che domenica a pranzo porterà la Lazio a scendere in campo per la sesta volta in 22 giorni. Questa volta Reja chiede strada proprio alla più importante delle sue ex società. Quello con il Napoli è uno scontro diretto che profuma d’Europa, al quale il tecnico friulano sta pensando già da giorni. Dal turnover massiccio di Romagna, al ritorno della formazione tipo, quella delle cinque vittorie consecutive, del quasi impenetrabile 4-2-3-1 e del cinismo in zona realizzativa. Per recuperare in un colpo solo tutte le certezze apparentemente smarrite, Reja non può che affidarsi all’assetto e agli uomini che hanno traghettato la Lazio nei piani alti della classifica.
MAURI RECUPERATO, SI RICOMPONE IL DUO CON HERNANES - Su tutti Stefano Mauri. Non ci sono dubbi, contro il Napoli il centrocampista brianzolo tornerà al suo posto, a sinistra sulla linea dei trequartisti. Ha disertato l’impegno di Cesena in via precauzionale a causa di un affaticamento muscolare al bicipite femorale, che anche ieri l’ha costretto ai box. I controlli effettuati in mattinata hanno confermato l’assenza di lesioni, tanto che alle 12,30 si è presentato regolarmente in campo con il resto della squadra, con cui ha disputato anche la fase tecnico-tattica. E’ stato inserito nella formazione dei “non fratinati”, nella quale ha ricomposto il duo “fantasia ed inserimenti” con il brasiliano Hernanes. Sulla trequarti di campo tornerà anche la classe del Profeta, che agirà nella zona di campo che mercoledì (non) ha visto protagonista Mark Bresciano (oggi schierato centrocampista centrale in coppia con Ledesma). Hernanes e Mauri, senza loro il potenziale offensivo biancoceleste è stato dimezzato: poco ispirato in fase di rifinitura, prevedibile e privo di quegli inserimenti dalla distanza che riescono a creare la superiorità numerica anche senza pallone. Non è un caso che la marcia vincente fuori dalle mura amiche si sia interrotta in coincidenza con le loro defezioni.
LA RABBIA DI ZARATE IN VANTAGGIO SU FOGGIA E GONZALEZ - Tornano i “big”, dunque, ma si va verso la conferma dell’assetto con tre elementi alle spalle di un unico riferimento offensivo (Sergio Floccari in netto vantaggio su Rocchi, oggi i due provati insieme): malgrado i malesseri post-Cesena, la terza piazza dovrebbe essere ancora consegnata a Mauro Zàrate. Interpretando le prove odierne, l’argentino sarà nuovamente chiamato a transitare sulla corsia di destra, sdoppiandosi nel doppio lavoro di centrocampista esterno ed attaccante aggiunto. L’ha fatto anche oggi in allenamento, in cui ha ricomposto l’asse con Lichtsteiner: dalla parte opposta del campo c’era Foggia, che resta l’alternativa più probabile al numero 10. Una terza via potrebbe essere percorsa da Gonzalez che nel corso della partitella di oggi è stato provato proprio con Hernanes e Mauri nella formazione opposta a quella di Maurito. Ballottaggi i cui esiti verranno sciolti definitivamente domani mattina, quando andrà in scena la rifinitura, ma la sensazione è che Reja punti molto sulla rabbia repressa di Zàrate, che dopo la sostituzione di Cesena e l’esclusione iniziale nel derby cova una grande voglia di tornare decisivo.
BROCCHI E LEDESMA CONTRO HAMSIK E LAVEZZI - Rientri importanti vanno registrati anche in difesa, dove Lichtsteiner (il fastidio al polso è svanito) tornerà a completare il quartetto con Biava, Dias e Radu, ed a centrocampo, dove ci sarà nuovamente la corsa e l’agonismo di Brocchi. A lasciargli campo dovrebbe essere Matuzalem, che dopo i tirati 90’ disputati in terra romagnola dovrebbe nuovamente partire dalla panchina. A fare coppia con l’ex rossoneri sarà nuovamente Ledesma: insieme avranno il compito di fare scudo davanti la difesa biancoceleste dove agiranno Hamsik e Lavezzi. Resta in dubbio la disponibilità di Stendardo, ancora alle prese con un problema al torace. Assente di giornata anche Luis Pedro Cavanda.
La ripresa degli allenamenti è prevista domani alle ore 12:30, stesso orario del match di domenica. Domani alle ore 14:30 il tecnico Edy Reja prenderà la parola al Centro Sportivo di Formello.
PROBABILE FORMAZIONE ANTI-NAPOLI (4-2-3-1): Muslera, Lichtsteiner, Biava, Dias, Radu; Brocchi, Ledesma; Zàrate, Hernanes, Mauri; Floccari.
FORMAZIONE TIPO - E’ già antivigilia presso il quartier generale capitolino. Con il Napoli si chiude un ciclo intenso di gare, che domenica a pranzo porterà la Lazio a scendere in campo per la sesta volta in 22 giorni. Questa volta Reja chiede strada proprio alla più importante delle sue ex società. Quello con il Napoli è uno scontro diretto che profuma d’Europa, al quale il tecnico friulano sta pensando già da giorni. Dal turnover massiccio di Romagna, al ritorno della formazione tipo, quella delle cinque vittorie consecutive, del quasi impenetrabile 4-2-3-1 e del cinismo in zona realizzativa. Per recuperare in un colpo solo tutte le certezze apparentemente smarrite, Reja non può che affidarsi all’assetto e agli uomini che hanno traghettato la Lazio nei piani alti della classifica.
MAURI RECUPERATO, SI RICOMPONE IL DUO CON HERNANES - Su tutti Stefano Mauri. Non ci sono dubbi, contro il Napoli il centrocampista brianzolo tornerà al suo posto, a sinistra sulla linea dei trequartisti. Ha disertato l’impegno di Cesena in via precauzionale a causa di un affaticamento muscolare al bicipite femorale, che anche ieri l’ha costretto ai box. I controlli effettuati in mattinata hanno confermato l’assenza di lesioni, tanto che alle 12,30 si è presentato regolarmente in campo con il resto della squadra, con cui ha disputato anche la fase tecnico-tattica. E’ stato inserito nella formazione dei “non fratinati”, nella quale ha ricomposto il duo “fantasia ed inserimenti” con il brasiliano Hernanes. Sulla trequarti di campo tornerà anche la classe del Profeta, che agirà nella zona di campo che mercoledì (non) ha visto protagonista Mark Bresciano (oggi schierato centrocampista centrale in coppia con Ledesma). Hernanes e Mauri, senza loro il potenziale offensivo biancoceleste è stato dimezzato: poco ispirato in fase di rifinitura, prevedibile e privo di quegli inserimenti dalla distanza che riescono a creare la superiorità numerica anche senza pallone. Non è un caso che la marcia vincente fuori dalle mura amiche si sia interrotta in coincidenza con le loro defezioni.
LA RABBIA DI ZARATE IN VANTAGGIO SU FOGGIA E GONZALEZ - Tornano i “big”, dunque, ma si va verso la conferma dell’assetto con tre elementi alle spalle di un unico riferimento offensivo (Sergio Floccari in netto vantaggio su Rocchi, oggi i due provati insieme): malgrado i malesseri post-Cesena, la terza piazza dovrebbe essere ancora consegnata a Mauro Zàrate. Interpretando le prove odierne, l’argentino sarà nuovamente chiamato a transitare sulla corsia di destra, sdoppiandosi nel doppio lavoro di centrocampista esterno ed attaccante aggiunto. L’ha fatto anche oggi in allenamento, in cui ha ricomposto l’asse con Lichtsteiner: dalla parte opposta del campo c’era Foggia, che resta l’alternativa più probabile al numero 10. Una terza via potrebbe essere percorsa da Gonzalez che nel corso della partitella di oggi è stato provato proprio con Hernanes e Mauri nella formazione opposta a quella di Maurito. Ballottaggi i cui esiti verranno sciolti definitivamente domani mattina, quando andrà in scena la rifinitura, ma la sensazione è che Reja punti molto sulla rabbia repressa di Zàrate, che dopo la sostituzione di Cesena e l’esclusione iniziale nel derby cova una grande voglia di tornare decisivo.
BROCCHI E LEDESMA CONTRO HAMSIK E LAVEZZI - Rientri importanti vanno registrati anche in difesa, dove Lichtsteiner (il fastidio al polso è svanito) tornerà a completare il quartetto con Biava, Dias e Radu, ed a centrocampo, dove ci sarà nuovamente la corsa e l’agonismo di Brocchi. A lasciargli campo dovrebbe essere Matuzalem, che dopo i tirati 90’ disputati in terra romagnola dovrebbe nuovamente partire dalla panchina. A fare coppia con l’ex rossoneri sarà nuovamente Ledesma: insieme avranno il compito di fare scudo davanti la difesa biancoceleste dove agiranno Hamsik e Lavezzi. Resta in dubbio la disponibilità di Stendardo, ancora alle prese con un problema al torace. Assente di giornata anche Luis Pedro Cavanda.
La ripresa degli allenamenti è prevista domani alle ore 12:30, stesso orario del match di domenica. Domani alle ore 14:30 il tecnico Edy Reja prenderà la parola al Centro Sportivo di Formello.
PROBABILE FORMAZIONE ANTI-NAPOLI (4-2-3-1): Muslera, Lichtsteiner, Biava, Dias, Radu; Brocchi, Ledesma; Zàrate, Hernanes, Mauri; Floccari.
Sergio Zarate a Lalaziosiamonoi: "Maurito vuole restare a Roma; E' uscito arrabbiato da Cesena perchè la Lazio stava giocando male"
Due anni fa, di questi tempi, Mauro Zarate sbarcato da pochi mesi in Italia aveva sorpreso tutti, dalla stessa dirigenza biancoceleste a tutte le tifoserie d’Italia, accese la passione e la fantasia del pubblico, un giocatore che nell’ambiente laziale mancava ormai da troppo tempo. Con le su perle El Pibe de Haedo regalò tantissime emozioni a tifosi della Lazio. Da due stagioni, però, Maurito non sembra più lui: prima un campionato disastroso con pochissimi lampi (appena 3 gol) e poi un rapporto con mister Edy Reja che dallo scorso gennaio stenta a decollare. L’ultimo atto tra i due è andato in scena mercoledì sera a Cesena, quando al 70’ Zarate viene richiamato in panchina (al suo posto entra Gonzalez). Maurito esce scuro in volto, sfila vicino al tecnico goriziano senza salutarlo e va subito negli spogliatoi. Per chiarire tale vicenda e per conoscere il futuro dello stesso Zarate, la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contatto in esclusiva il fratello procuratore dell’attaccante argentino, Sergio Zarate. “Ho parlato ieri con Maurito ed era molto giù di morale, ma non per la sostituzione, solo perché la Lazio ha perso a Cesena”. Negli ultimi giorni si sono susseguite le voci di una possibile cessione di Zarate a gennaio, oggi lo stesso presidente Lotito ha rimandato ogni discorso alla prossima sessione di mercato “Siamo a novembre, non è un problema attuale, il mercato apre a gennaio, ne riparleremo. Purtroppo tutti i giocatori hanno alti e bassi, ma sono convinto che lui abbia grandi potenzialità e potrà riaffermarlo sul campo”. Ma il fratello-agente smentisce qualsiasi contatto con altri club: “Noi abbiamo un contratto con la Lazio e in questo momento non abbiamo preso in esame nessuna alternativa – spiega Sergio -. Comunque a breve parlerò con Lotito e cercherò di capire come stanno le cose, anche se io non credo che ci sarà qualche problema, Maurito ama la gente laziale e vuole restare a Roma”. Però, dalle prime giornate di campionato, sembra che Mauro non rientri pienamente nei piani di Reja: otto partite da titolare e altrettante sostituzioni e in questa stagione viene schierato in una posizione da lui poco amata: “Per quanto riguarda il fatto che lui gioca da esterno destro, è una decisione che spetta esclusivamente a Reja, nella quale non può entrare ne Maurito, ne il sottoscritto e ne tantomeno il presidente della Lazio. Però, una cosa è sicura, Maurito più sta vicino alla porta e più possibilità ha di segnare – spiega Sergio -, conosciamo tutti il suo vero ruolo, ma se deve giocare in questa posizione per aiutare la Lazio lo fa volentieri”. Poi, si ritorna a parlare della sostituzione di Cesena, che in questi ultimi giorni ha animato l’ambiente biancoceleste: “Io penso che questo sarà un caso che si sgonfierà subito, perché da quello che ho capito domenica dovrebbe partire titolare”, ha concluso Sergio Zarate.
venerdì 12 novembre 2010
S.S.LazioforLife Live Radio - Diretta alle 17 e 30
Alle 17 e 30 di questo pomeriggio andrà in diretta una puntata di S.S.LazioforLife live Radio.
In questa trasmissione darò molto spazio a voi lettori e ascoltatori.
Per inviare commenti, domande e simili scrivete sulla Chat di S.S.LazioforLife, sulla Chat di SololaLazioblog, alla mia casella e-mail: alessio.sslazio@gmail.com oppure nell'Area discussioni della Pagina di Facebook
Spero partecipiate in tanti.
Clicca qui per la Diretta alle 17 e 30 *PER ASCOLTARE LA DIRETTA: SOTTO AD UN IMMAGINE DI UN'AQUILA, C'E' SCRITTO "7° DIRETTA - 3/11/2010". ALLE 17 e 30 AFFIANCO COMPARIRA' LA SCRITTA PLAY E DA LI' SARA' POSSIBILE ASCOLTARE*
*Grazie a Piojo per il Logo*
Grazie!
Alessio Servadio
In questa trasmissione darò molto spazio a voi lettori e ascoltatori.
Per inviare commenti, domande e simili scrivete sulla Chat di S.S.LazioforLife, sulla Chat di SololaLazioblog, alla mia casella e-mail: alessio.sslazio@gmail.com oppure nell'Area discussioni della Pagina di Facebook
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*Grazie a Piojo per il Logo*
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Alessio Servadio
Serie A 2010-2011; 11° Giornata: Cesena-Lazio 1-0
Ha perso partita e primato, portandosi dietro anche la contestazione di Zarate. Uscito dal campo con un applauso (ironico?), per poi rifugiarsi immediatamente negli spogliatoi. Non ha gradito la sostituzione, una decisione che è andata a pesare su un nervosismo di base nato dal fatto di non sentirsi considerato giocatore di prima fascia. Diciamo subito che fino a quel momento (25' della ripresa) l'argentino non aveva creato pericoli, anzi aveva sbagliato in più di un'occasione. Ma era comunque riuscito a tenere alta la squadra, a cucire tra difesa e attacco andandosi ad assumere l'onere di quasi tutte le ripartenze.
Ma non è stato lì che la Lazio ha perso la partita. Una gara decisa da un grande gol di Parolo, una mazzata da trenta metri che è andata a infilarsi sotto la traversa. La squadra romana è sembrata inadeguata in alcuni elementi (Diakitè, Bresciano) e soprattutto priva di spinta in fase offensiva. Pensando troppo al Napoli, si è ritrovata ad avere poco da puntare sul campo del Cesena, ultima della classifica.
VELOCITA’ -Ha sofferto maledettamente nella mezzora iniziale. Sulla sua fascia sinistra il Cesena ha spinto e non ha trovato opposizione. Giaccherini andava via in velocità, lasciando sul posto Diakitè, creandosuperiorità numerica e riuscendo a concretizzare quel vantaggio. C'era troppo campo laggiù, Ledesma doveva andare più volte in copertura e in alcune occasioni si trovava in affanno. Per tre volte in sei minuti il Cesena creava occasioni da gol (Colucci, Giaccherini e Parolo nell'ordine). Appiah e Parolo giocavano alti e pressavano. La Lazio penava l'anima nel tentativo di frenare l'offensiva, Muslera si produceva in due ottimi interventi. Bresciano vagava per il campo in un ruolo che non sentiva suo. Poi, qualcosa cambiava.
FIDUCIA -Era Ficcadenti, il coach del Cesena, a restituire fiato e spazi alla squadra romana. Sembrava quasi volesse farsi del male da solo. Invertiva gli esterni. Jimenez a sinistra, Giaccherini a destra. Spezzava cioè il meccanismo che sino a quel momento aveva dato tanto alla sua squadra. Accadeva così che Diakitè riacquistasse fiducia, provasse addirittura a spingere. Era la Lazio tutta a crescere, ad andare assai vicina alla marcatura con una magia di Foggia, che concludeva un pregevole scambio con Floccari, disegnando una palombella ( come si direbbe nella pallanuoto) che andava a centrare la traversa (38'). Peccato, sarebbe stato un grande gol.
Reja provava a cambiare più volte il modo di giocare le sue carte. Aveva già osato abbastanza nel momento in cui aveva mandato in campo la squadra, sostituendo più della metà degli uomini rispetto al derby contro la Roma. Qualche sostituizione naturale, qualche riposo forzato in vista della sfida con il Napoli di domenica all'oradi pranzo. Il tecnico friulano provava addirittura un 4- 2- 1- 3 che vedeva Bresciano dietro il trio Foggia- Zarate- Floccari. E nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo la Lazio usciva dal tunnel. Riprendeva in mano il gioco e occupava la metàcampo avversaria, cosa che nei primi trenta minuti non era mai riuscita a fare.
Floccari lottava come un leone, ma così facendo sprecava incredibili energie per poi non essere più in condizione nel momento in cui era chiamato a svolgere il suo lavoro. Quello del bomber. Foggia riusciva a macinare avversari e gioco. Dietro la mediana Ledesma/ Matuzalem con Bresciano leggermente più avanti chiudeva il tempo regalando la speranza di una ripresa più solida, maggiormente efficace. Da prima della classe. Da squadra che si era presentata qui con quattro vittorie esterne consecutive, contro un Cesena chenon vinceva da sette gare.
SCOSSONI -Nella ripresa Ficcadenti riportava l'assetto nella configurazione che gli aveva dato così brillanti risultati, con Giacchetti a sinistra. Ma Lauro doveva fare i conti con Foggia e non poteva più appoggiare il compagno, mentre Parolo doveva svolgere un lavoro di copertura superiore a quello dei 45' iniziali. Il secondo tempo scivolava via senza scossoni, senza emozioni. Fino al capolavoro di Parolo. Una brutta botta per la Lazio che sembrava ormai pronta a godersi un pari esterno che le avrebbe permesso di mantenere la testa della classifica, anche se in comproprietà. E domenica c'è un Napoli in crescita.
Ma non è stato lì che la Lazio ha perso la partita. Una gara decisa da un grande gol di Parolo, una mazzata da trenta metri che è andata a infilarsi sotto la traversa. La squadra romana è sembrata inadeguata in alcuni elementi (Diakitè, Bresciano) e soprattutto priva di spinta in fase offensiva. Pensando troppo al Napoli, si è ritrovata ad avere poco da puntare sul campo del Cesena, ultima della classifica.
VELOCITA’ -Ha sofferto maledettamente nella mezzora iniziale. Sulla sua fascia sinistra il Cesena ha spinto e non ha trovato opposizione. Giaccherini andava via in velocità, lasciando sul posto Diakitè, creandosuperiorità numerica e riuscendo a concretizzare quel vantaggio. C'era troppo campo laggiù, Ledesma doveva andare più volte in copertura e in alcune occasioni si trovava in affanno. Per tre volte in sei minuti il Cesena creava occasioni da gol (Colucci, Giaccherini e Parolo nell'ordine). Appiah e Parolo giocavano alti e pressavano. La Lazio penava l'anima nel tentativo di frenare l'offensiva, Muslera si produceva in due ottimi interventi. Bresciano vagava per il campo in un ruolo che non sentiva suo. Poi, qualcosa cambiava.
FIDUCIA -Era Ficcadenti, il coach del Cesena, a restituire fiato e spazi alla squadra romana. Sembrava quasi volesse farsi del male da solo. Invertiva gli esterni. Jimenez a sinistra, Giaccherini a destra. Spezzava cioè il meccanismo che sino a quel momento aveva dato tanto alla sua squadra. Accadeva così che Diakitè riacquistasse fiducia, provasse addirittura a spingere. Era la Lazio tutta a crescere, ad andare assai vicina alla marcatura con una magia di Foggia, che concludeva un pregevole scambio con Floccari, disegnando una palombella ( come si direbbe nella pallanuoto) che andava a centrare la traversa (38'). Peccato, sarebbe stato un grande gol.
Reja provava a cambiare più volte il modo di giocare le sue carte. Aveva già osato abbastanza nel momento in cui aveva mandato in campo la squadra, sostituendo più della metà degli uomini rispetto al derby contro la Roma. Qualche sostituizione naturale, qualche riposo forzato in vista della sfida con il Napoli di domenica all'oradi pranzo. Il tecnico friulano provava addirittura un 4- 2- 1- 3 che vedeva Bresciano dietro il trio Foggia- Zarate- Floccari. E nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo la Lazio usciva dal tunnel. Riprendeva in mano il gioco e occupava la metàcampo avversaria, cosa che nei primi trenta minuti non era mai riuscita a fare.
Floccari lottava come un leone, ma così facendo sprecava incredibili energie per poi non essere più in condizione nel momento in cui era chiamato a svolgere il suo lavoro. Quello del bomber. Foggia riusciva a macinare avversari e gioco. Dietro la mediana Ledesma/ Matuzalem con Bresciano leggermente più avanti chiudeva il tempo regalando la speranza di una ripresa più solida, maggiormente efficace. Da prima della classe. Da squadra che si era presentata qui con quattro vittorie esterne consecutive, contro un Cesena chenon vinceva da sette gare.
SCOSSONI -Nella ripresa Ficcadenti riportava l'assetto nella configurazione che gli aveva dato così brillanti risultati, con Giacchetti a sinistra. Ma Lauro doveva fare i conti con Foggia e non poteva più appoggiare il compagno, mentre Parolo doveva svolgere un lavoro di copertura superiore a quello dei 45' iniziali. Il secondo tempo scivolava via senza scossoni, senza emozioni. Fino al capolavoro di Parolo. Una brutta botta per la Lazio che sembrava ormai pronta a godersi un pari esterno che le avrebbe permesso di mantenere la testa della classifica, anche se in comproprietà. E domenica c'è un Napoli in crescita.
lunedì 8 novembre 2010
Ledesma sveglia la Lazio: "Rialziamoci! Siamo ancora Primi!"
"Lazio rialzati, comunque sei prima". E' il messaggio che Cristian Ledesma invia ai suoi compagni sul proprio blog. Non c'è tempo per deprimersi o buttarsi giù. Nonostante la sconfitta nel derby, il primato in classifica è rimasto intatto e sarebbe davvero un delitto piangersi addosso e perdere terreno sulle inseguitrici. Si riparte comunque dal derby, dagli errori materiali e mentali commessi sul campo, arbitro a parte. Perché se il coro unanime in casa Lazio è "siamo stati danneggiati da Morganti", Reja e tutti i giocatori si sono resi conto di aver lasciato un tempo agli avversari. E dev'esserci un mea culpa. "Nella prima frazione potevamo fare di più", ammette Ledesma.
Vergogna senza fine - Morganti: "Sono contento del mio impegno"
«Come faccio solitamente, oggi ho rivisto in tv il derby e soprattutto gli episodi più importanti». Emidio Morganti, contestato arbitro del derby Lazio-Roma di ieri, torna sulla partita e spiega di averla riguardata con attenzione. «Il primo tempo mi sembra di averlo bypassato bene - ha sostenuto il direttore di gara ascolano -, il secondo l'ho riguardato più attentamente per migliorarmi. Posso dire solo che mi promuovo per l'impegno». Riferendosi poi agli episodi contestati del derby, Morganti ha spiegato il fuorigioco fischiato tardivamente a Marco Borriello, che ha portato all'annullamento della rete segnata da Greco. «In diretta non si era capito il fischio sul fuorigioco di Borriello. Ma la spiegazione è semplice: il guardalinee non aveva visto di chi era stato il tocco per Borriello. Me lo ha chiesto, io gli ho risposto che era stato di Riise ed a qual punto, naturalmente con un po' di ritardo, lui ha alzato la bandierina». Pur senza riferirsi direttamente alla partita di ieri, in particolare al rigore chiesto da Mauri per la trattenuta di Riise, Morganti ha comunque ammesso: «Nel corso di una partita, ci sono tante situazioni, in particolare sui cross, in cui un arbitro è "impallato" dai tanti giocatori in area di rigore. Un arbitro di porta avrebbe sicuramente visto meglio di me, ma rimane pur sempre un uomo chiamato ad interpretare un episodio».
Lotito: "I fatti si commentano da soli, la squadra mi ha chiesto di fare in modo che certe cose non accadano più; Ora non si dica che la Lazio sia fortunata!"
«Il derby conferma che i risultati non dipendono tanto dalla qualità delle squadre o da quello che si esprime in campo ma da episodi. Ora almeno non si dirà più che la Lazio è stata fortunata. In questo derby siamo stati tutto tranne che fortunati». Claudio Lotito, presidente della Lazio, si esprime così all'indomani della sconfitta subita dai suoi contro la Roma nella stracittadina dell'Olimpico. Il n.1 del club biancoceleste, ospite di 'La politica nel pallonè, rubrica di Gr Parlamento, evidenzia alcune «situazioni che nel secondo tempo hanno determinato una ingenerosa e immeritata sconfitta», ma si rifiuta di commentare l'operato dell'arbitro: «Ho grande rispetto delle istituzioni e non esprimo giudizi sugli arbitri, altrimenti si rischia di destabilizzare il sistema. Non sarebbe nè giusto nè corretto esprimere giudizi che spettano alle istituzioni competenti. La partita è sotto gli occhi tutti e i fatti si commentano da soli». «Mi auguro solo che mercoledì la squadra scenda in campo con la stessa determinazione e con la voglia di sempre», dice alludendo alla trasferta di Cesena che attende i biancocelesti.
Lotito ha parlato con lo staff tecnico e con la squadra subito dopo il ko: «Sono sceso negli spogliatoi per complimentarmi. Abbiamo fatto un piccolo punto, i giocatori erano afflitti per una sconfitta che ritengono ingenerosa e immeritata. A gran voce la squadra ha chiesto al sottoscritto di fare in modo che tutto ciò non si ripeta».
La capolista, ammette il presidente biancoceleste, è scesa in campo contratta: «C'era una tensione particolare dei calciatori legata al derby. Inoltre, il nuovo assetto tattico all'inizio ha creato un pò di smarrimento, ma il primo tempo è finito 0-0 e non mi sembra che abbiamo pagato pegno. Il problema c'è stato nella ripresa, con situazioni che hanno determinato un'ingenerosa e immeritata sconfitta». Il risultato, prosegue, «è stato determinato da due rigori».
Ora gli obiettivi della Lazio non cambiano: «Dobbiamo procedere partita dopo partita, con la consapevolezza che è stata allestita una squadra competitiva. Il nostro atteggiamento non è cambiato, la sconfitta deve essere un monito ulteriore per fare ancora meglio e mettere in difficoltà le persone che vorrebbero vedere la Lazio in una posizione diversa. A metà campionato fare il punto, con molta serenità».
Lotito assicura poi che «Hernanes in questo momento non è in vendita» e ai tifosi dice: «Devono stare tranquilli, perchè la società farà di tutto per rafforzare la rosa e tutelerà i diritti del club in tutte le sedi nel momento in cui dovesse ravvisarne la necessità».
Infine, sulla scelta del Genoa di puntare su Davide Ballardini: «È grande tecnico e un grande professionista, sicuramente farà bene».
Lotito ha parlato con lo staff tecnico e con la squadra subito dopo il ko: «Sono sceso negli spogliatoi per complimentarmi. Abbiamo fatto un piccolo punto, i giocatori erano afflitti per una sconfitta che ritengono ingenerosa e immeritata. A gran voce la squadra ha chiesto al sottoscritto di fare in modo che tutto ciò non si ripeta».
La capolista, ammette il presidente biancoceleste, è scesa in campo contratta: «C'era una tensione particolare dei calciatori legata al derby. Inoltre, il nuovo assetto tattico all'inizio ha creato un pò di smarrimento, ma il primo tempo è finito 0-0 e non mi sembra che abbiamo pagato pegno. Il problema c'è stato nella ripresa, con situazioni che hanno determinato un'ingenerosa e immeritata sconfitta». Il risultato, prosegue, «è stato determinato da due rigori».
Ora gli obiettivi della Lazio non cambiano: «Dobbiamo procedere partita dopo partita, con la consapevolezza che è stata allestita una squadra competitiva. Il nostro atteggiamento non è cambiato, la sconfitta deve essere un monito ulteriore per fare ancora meglio e mettere in difficoltà le persone che vorrebbero vedere la Lazio in una posizione diversa. A metà campionato fare il punto, con molta serenità».
Lotito assicura poi che «Hernanes in questo momento non è in vendita» e ai tifosi dice: «Devono stare tranquilli, perchè la società farà di tutto per rafforzare la rosa e tutelerà i diritti del club in tutte le sedi nel momento in cui dovesse ravvisarne la necessità».
Infine, sulla scelta del Genoa di puntare su Davide Ballardini: «È grande tecnico e un grande professionista, sicuramente farà bene».
Ballardini nuovo allenatore del Genoa: La Lazio si sgancia del suo ingaggio
Preziosi esonera Gasperini. Il presidente del Genoa ha deciso di interrompere il rapporto con il tecnico che sedeva sulla panchina rossoblù dal 2006 dopo la sconfitta di ieri sera in casa del Palermo. Tra i due la situazione si era complicata da qualche tempo, ma non ci si aspettava una decisione immediata, dopo gli 11 punti conquistati nelle prime 10 partite di questa stagione e soprattutto le quattro sconfitte nelle ultime cinque gare. Gian Piero Gasperini il 10 maggio 2007, nella sua prima stagione a Genova, aveva riportato i rossoblù in A.
ARRIVA BALLARDINI — Al suo posto arriva Davide Ballardini, che sarà presentato alla stampa alle 18. Per l'ex tecnico della Lazio un contratto per questa stagione con opzione per la prossima. Quella di Gasperini è la seconda panchina che salta in serie A in questa stagione. La prima e unica era stata quella di Colomba, esonerato dal Bologna alla vigilia della prima giornata di campionato.
Preziosi ha annunciato che Davide Ballardini ha firmato un contratto fino a giugno «rinnovabile se raggiungeremo certi risultati che non vi dico». Il presidente ha detto di aver chiesto informazioni su Ballardini già dopo la sconfitta col Chievo (seconda giornata). «Questa notte alle 2 ho chiamato Lotito e gli ho detto che forse avrei preso Ballardini - ha aggiunto Preziosi -. Forse è stata per lui la notizia più bella della giornata perchè ha potuto risparmiare un pò di soldi». Lotito era stato esonerato a febbraio dalla Lazio dalla quale riceveva ancora lo stipendio.
ARRIVA BALLARDINI — Al suo posto arriva Davide Ballardini, che sarà presentato alla stampa alle 18. Per l'ex tecnico della Lazio un contratto per questa stagione con opzione per la prossima. Quella di Gasperini è la seconda panchina che salta in serie A in questa stagione. La prima e unica era stata quella di Colomba, esonerato dal Bologna alla vigilia della prima giornata di campionato.
Preziosi ha annunciato che Davide Ballardini ha firmato un contratto fino a giugno «rinnovabile se raggiungeremo certi risultati che non vi dico». Il presidente ha detto di aver chiesto informazioni su Ballardini già dopo la sconfitta col Chievo (seconda giornata). «Questa notte alle 2 ho chiamato Lotito e gli ho detto che forse avrei preso Ballardini - ha aggiunto Preziosi -. Forse è stata per lui la notizia più bella della giornata perchè ha potuto risparmiare un pò di soldi». Lotito era stato esonerato a febbraio dalla Lazio dalla quale riceveva ancora lo stipendio.
domenica 7 novembre 2010
"Pensieri di Lazio": Un Derby da dimenticare in fretta e una partita col Cesena da preparare
Il Derby è passato. Io personalmente ho una mia mentalità, che mai riesco ad applicare su me stesso, ma che se i giocatori riuscissero ad applicare i giocatori, questa stracittadina non farebbe niente al nostro morale, ossia: Quando il Derby si vince, è una partita stratosferica, quando il Derby si perde è una partita con le altre!
Sembra difficile èh?! Si, si è difficile, ma i nostri ragazzi devono provarci, perchè hanno l'opportunità immediata di tornare subito in corsa, di riprendere a correre. Infatti si giocherà mercoledì 10 novembre: OTTIMO! Per fortuna! Si andrà a Cesena, con la squadra romagnola che, come noi, ha subito un paio di torti gravi in questa giornata di campionato. E come potremmo andare a giocare in terra Padana?
Dopo l'esperimento, fallito, del 4-3-1-2, è ovvio un ritorno al 4-2-3-1. Quindi a questo punto non è più una questione di modulo, ma bensì una questione di uomini, visto che si dovranno giocare altre due partite in quattro giorni. Penso ad un turn-over che possa riguardare 3-4 giocatori, uno su tutti Hernanes, che dopo sessanta partite da gennaio senza mai fermarsi, non è in grado di giocare tre partite in una settimana. Volendo dare una formazione tipo, quella che diciamo mi aspetto/vorrei in campo:
4-2-3-1: Muslera; Cavanda, Dias, Biava, Radu; Matuzalem, Gonzalez; Foggia, Mauri, Zarate; Floccari (Rocchi).
Oggi più di ieri, Forza Lazio! Vola in alto Olimpia!
Alessio Servadio
Sembra difficile èh?! Si, si è difficile, ma i nostri ragazzi devono provarci, perchè hanno l'opportunità immediata di tornare subito in corsa, di riprendere a correre. Infatti si giocherà mercoledì 10 novembre: OTTIMO! Per fortuna! Si andrà a Cesena, con la squadra romagnola che, come noi, ha subito un paio di torti gravi in questa giornata di campionato. E come potremmo andare a giocare in terra Padana?
Dopo l'esperimento, fallito, del 4-3-1-2, è ovvio un ritorno al 4-2-3-1. Quindi a questo punto non è più una questione di modulo, ma bensì una questione di uomini, visto che si dovranno giocare altre due partite in quattro giorni. Penso ad un turn-over che possa riguardare 3-4 giocatori, uno su tutti Hernanes, che dopo sessanta partite da gennaio senza mai fermarsi, non è in grado di giocare tre partite in una settimana. Volendo dare una formazione tipo, quella che diciamo mi aspetto/vorrei in campo:
4-2-3-1: Muslera; Cavanda, Dias, Biava, Radu; Matuzalem, Gonzalez; Foggia, Mauri, Zarate; Floccari (Rocchi).
Oggi più di ieri, Forza Lazio! Vola in alto Olimpia!
Alessio Servadio
Serie A 2010-2011; 10° Giornata: Lazio-Roma 0-2
"Pensieri di Lazio":
Verrebbe da dire Lazio-Morganti 0-2, il problema è che non solo l'arbitro è stato inguardabile, ma anche la Lazio nel primo tempo lo è stata. Le premesse della vigilia erano tutto sommato buone, i nostri ragazzi sembravano carichi al punto giusto e vogliosi di fare un'ottima partita, mentre invece nella stracittadina di oggi, è stato proprio l'approccio a venire meno.
Dopo i solito 10-15 minuti interlocutori, la Lazio ha avuto due buone palle goal con Rocchi e Hernanes, che però non sono riusciti a sfruttarle. Alla prima occasione della Roma però, ci siamo abbassati troppo, concedendo campo soprattutto a sinistra dove Riise ha potuto giocare senza troppi fastidi nella prima frazione di gara.
Finisce il primo tempo, io personalmente terrorizzato dopo la brutta prestazione del primo, e ci ritroviamo con il cambio di Zarate per Rocchi, che inizialmente viste le scorribande Laziali con Mauri e Zarate sugli esterni sembra azzeccato, poi però arriva il calcio di rigore per la Roma: dagli 11 metri và Borriello, tiro, Muslera para, io grido di gioia, ma...la palla entra comunque. Da lì ho capito come sarebbe andata a finire.
Però la Lazio non ha lasciato il campo come mi aspettavo, e infatti subito dopo il rigore assegnato ai nipotini per fallo di mano di Licht, ne avviene uno IDENTICO nell'area romanista. E Morganti? Tutto apposto! Continuate a giocare". Passano altri 10 minuti, Foggia sulla sinistra, ostruzione con gomito alto di Cassetti, già ammonito, ma nessun cartellino. Comunque, calcio di punizione, cross in mezzo, Dias vela per Mauri che sta per spingerla dentro a porta vuota, quando Riise o abbraccia e lo tira a terra. E Morganti? "Tutto apposto! continuate a giocare!" Poco dopo la Lazio in una azione assolutamente favorevole, sportivamente (ma anche da coglioni!) restituisce la palla alla Roma, dopo che l'arbitro aveva interrotto per un finto infortunio di Mexes. Tempo nemmeno di dirlo che dall'altra parte del campo, Baptista commette un fallo gigantesco su Stendardo, che termina a terra dolorante, e sulla stessa azione i nipotini non si interessano minimamente del difensore napoletano che si trovava a terra. E Morganti? "Tutto apposto! Continuate a giocare". Nella stessa azione, 5 secondi dopo Dias commette fallo in area su Baptista. E Morganti? "E no! Adesso non è apposto! Rigore per la Roma!" Vucinic per il 2-0 giallorosso, partita chiusa a 5 minuti dalla fine.
Come se non bastasse per la Lazio arriva un altra beffa a recupero in corso: Floccari in area di rigore, tiro, palla ancora una volta sulla mano di Simplicio. E Morganti? "Tutto Apposto! Continuate a giocare". Fine della partita, i romanisti sempre contenti e cojonati, che ancora una volta cadono di stile nelle parole del Post-Gara che vedremo dopo.
Come se non bastasse la Lazio colpisce anche un palo da 1 metro dalla linea di porta con Foggia, a sottolineare ancora di più una partita compromessa dall'errore di concentrazione della Lazio nel primo tempo, e dalla sfortuna e dagli ORRORI arbitrali nel secondo.
Pagelle:
Muslera 6+
Lichtsteiner 6,5
Dias 6
Stendardo 6-
Radu 6-
Ledesma 5,5
Brocchi 5,5
Mauri 6,5
Hernanes 5,5
Rocchi 5
Floccari 6-
Zarate 6,5
Foggia 6
Diakitè sv.
Reja 5,5
I commenti del post gara:
Brocchi - "Certi episodi fanno incazzare!"
E' un Christian Brocchi molto amareggiato quello che ha parlato nel postpartita di Lazio-Roma, terminata sul punteggio di 0-2: "E' stata una partita equilibrata, almeno fino al primo gol -ha detto- Noi siamo scesi in campo convinti di poter fare una buona partita, ma non siamo riusciti a ripetere le prestazioni delle ultime settimane. Ad ogni modo abbiamo avuto anche noi le nostre occasioni, prime tra tutte quelle di Hernanes e Foggia, quindi non credo si possa parlare di prestazione da dimenticare". Il numero 32 ha commentato gli episodi dei calci di rigore non concessi alla Lazio: "Il fallo su Mauri mi è sembrato evidente, e certi episodi se devo essere sincero mi fanno incazzare, soprattutto se penso anche al derby dello scorso anno ma capisco anche che chi deve giudicare queste situazioni è un uomo come noi e quindi può sbagliare come sbagliamo continuamente noi". Mercoledì sera si rigioca: "A Cesena andremo convinti di riprendere la marcia che abbiamo interrotto oggi. Siamo un gruppo solido che adesso è veramente arrabbiato e che ci tiene molto.". Su quelli che accusano la Lazio di essere un fuoco di paglia: "Il loro parere non ci interessava prima del derby, figuratevi ora".
Ledesma - "Arrabbiati con l'arbitro e con noi stessi"
Amarezza e sensazione di aver subito un torto. Ecco cosa si leggeva sul volto di Christian Ledesma quando si è prestato per le interviste all'uscita degli spogliatoi dell' Olimpico nel postpartita del derby perso per 2-0 dalla Lazio in virtù di due calci di rigore assegnati alla Roma dall'arbitro Morganti: "Siamo molto arrabbiati -ha detto- perchè abbiamo perso una partita in cui ci sono state delle occasioni da noi fallite malamente come quelle di Hernanes e Foggia e degli episodi arbitrali sfavorevoli. Quello che mi è sembrato strano è stato il diverso metro di giudizio che l'arbitro ha usato per valutare situazioni identiche. Ho parlato con Morganti dopo la mancata assegnazione del rigore su Mauri ma non perchè volevo fargli cambiare idea, solo per capire il perchè di certe scelte ma lui continuava a ripetere che era così e basta". Un'analisi sulla prestazione biancoceleste: "Siamo entrati in campo tranquilli e sicuri di noi stessi: nel primo tempo nessuna delle due squadre ha creato occasioni importanti. Nel secondo entrambe e noi siamo stati più sfortunati. Nello spogliatoio eravamo molto arrabbiati perchè perdere il derby non fa mai piacere, neanche da primi in classifica".
Reja - "Partita condizionata dagli errori arbitrali e da un nostro approccio sbagliato"
Brucia lo stomaco nel post gara per l’ennesimo derby perso in modalità perversa, ancor di più perché nella mente continuano a scorrere i potenziali rigori negati dal direttore di gara e il fallo non ravvisato di Batista in occasione dell’azione che ha portato al secondo tiro dal dischetto: “Voglio sottolineare che questo derby è stato condizionato da episodi negativi arbitrali – esordisce Reja in conferenza stampa - . La Roma in settimana si era lamentata per la designazione arbitrale, non credo che ora possa essere dispiaciuta di come è andata. La trattenuta su Mauri era evidente, non ci sono dubbi, l’arbitro non l’ha vista ma avrebbe potuto ricevere l’aiuto del guardalinee. Poi ci sono anche altre situazioni da considerare (due tocchi di mano in area di Simplicio, ndr), e la spinta in area nostra di Baptista su Lichtsteiner prima del rigore che ha chiuso la partita. Un po’ penalizzati siamo stati, anche i ragazzi negli spogliatoi mi hanno confessato la paura che la Lazio lì non è vista bene. In effetti oggi abbiamo assistito ad una direzione particolare, l’arbitro è stato molto deciso quando c’era da fischiare in un verso, poi però non abbiamo sentito il fischietto quando doveva segnalare a favore nostro. Con questo non voglio dire che la Roma ha rubato, quando una squadra vince ha sempre dei meriti, ma voglio solo sottolineare che la Roma, essendo così forte, non aveva bisogno di favori”.
L'altra faccia della medaglia:
Ranieri - "Non capisco le lamentele Laziali"
“C’era un gol buono di Greco al primo tempo che non ci è stato concesso, credo che dobbiamo accettare serenamente le decisioni. La mia è stata una squadra gagliarda, tignosa che ha saputo sfruttare le occasioni. Sono contento dei miei ragazzi. Non capisco le proteste della Lazio, non voglio parlare degli episodi, parlo degli episodi solo quando mi vengono contro. Non intendo fare polemiche ora sono a Roma e faccio il romano”. Poi in chiusura il mister giallorosso placa gli animi: “Vorrei che un domani la Lazio e la Roma tornino a giocare un derby d’alta classifica, lo dico da romano”.
Torno a parlare io adesso. Contento che i nostri abbiano fatto notare gli errori arbitrali e che abbiano fatto un'ampia e giusta autocritica per quanto riguarda il primo tempo. Ranieri invece ha provato ad evadere dalle lamentele per l'arbitraggio oggettivamente sfavorevole alla Lazio, rilanciando su un eventuale errore arbitrale per il goal annullato a Greco nel primo tempo, che invece le immagini confermano irregolare in quanto Borriello si trova in fuorigioco al momento del rimpallo grazie al quale Riise riesce a servirlo.
Comunque per fortuna torna subito, mercoledì, la Serie A, quando la Lazio andrà ad affrontare il Cesena, altra squadra ampiamente danneggiata dagli errori arbitrali nella giornata odierna, e che quindi avrà il dente avvelenato. La squadra romagnola sarà quindi una buona partita per testare la reazione della squadra BiancoCeleste alla sconfitta nel Derby.
Unica nota positiva di oggi sono stati i nervi saldi che oggi hanno mostrato i giocatori in campo, nonostante gli ORRORI arbitrali mi avevano fatto pensare a qualche nostro ragazzo espulso per qualche parola di troppo, cosa che fortunatamente non è avvenuta.
Per ogni altro commento personale vi rimando alla Diretta di S.S.LazioforLife Live Radio che andrà in onda mercoledì 10 alle ore 17 e 30, dove darò grande spazio agli ascoltatori attraverso la piattaforma di conversazione Skype (novità che verrà spiegata nel corso della settimana), attraverso la Chat di S.S.LazioforLife e a quella di SololaLazio Blog.
OGGI PIU' CHE MAI:
FORZA LAZIO! VOLA IN ALTO OLIMPIA!
Alessio Servadio
Verrebbe da dire Lazio-Morganti 0-2, il problema è che non solo l'arbitro è stato inguardabile, ma anche la Lazio nel primo tempo lo è stata. Le premesse della vigilia erano tutto sommato buone, i nostri ragazzi sembravano carichi al punto giusto e vogliosi di fare un'ottima partita, mentre invece nella stracittadina di oggi, è stato proprio l'approccio a venire meno.
Dopo i solito 10-15 minuti interlocutori, la Lazio ha avuto due buone palle goal con Rocchi e Hernanes, che però non sono riusciti a sfruttarle. Alla prima occasione della Roma però, ci siamo abbassati troppo, concedendo campo soprattutto a sinistra dove Riise ha potuto giocare senza troppi fastidi nella prima frazione di gara.
Finisce il primo tempo, io personalmente terrorizzato dopo la brutta prestazione del primo, e ci ritroviamo con il cambio di Zarate per Rocchi, che inizialmente viste le scorribande Laziali con Mauri e Zarate sugli esterni sembra azzeccato, poi però arriva il calcio di rigore per la Roma: dagli 11 metri và Borriello, tiro, Muslera para, io grido di gioia, ma...la palla entra comunque. Da lì ho capito come sarebbe andata a finire.
Però la Lazio non ha lasciato il campo come mi aspettavo, e infatti subito dopo il rigore assegnato ai nipotini per fallo di mano di Licht, ne avviene uno IDENTICO nell'area romanista. E Morganti? Tutto apposto! Continuate a giocare". Passano altri 10 minuti, Foggia sulla sinistra, ostruzione con gomito alto di Cassetti, già ammonito, ma nessun cartellino. Comunque, calcio di punizione, cross in mezzo, Dias vela per Mauri che sta per spingerla dentro a porta vuota, quando Riise o abbraccia e lo tira a terra. E Morganti? "Tutto apposto! continuate a giocare!" Poco dopo la Lazio in una azione assolutamente favorevole, sportivamente (ma anche da coglioni!) restituisce la palla alla Roma, dopo che l'arbitro aveva interrotto per un finto infortunio di Mexes. Tempo nemmeno di dirlo che dall'altra parte del campo, Baptista commette un fallo gigantesco su Stendardo, che termina a terra dolorante, e sulla stessa azione i nipotini non si interessano minimamente del difensore napoletano che si trovava a terra. E Morganti? "Tutto apposto! Continuate a giocare". Nella stessa azione, 5 secondi dopo Dias commette fallo in area su Baptista. E Morganti? "E no! Adesso non è apposto! Rigore per la Roma!" Vucinic per il 2-0 giallorosso, partita chiusa a 5 minuti dalla fine.
Come se non bastasse per la Lazio arriva un altra beffa a recupero in corso: Floccari in area di rigore, tiro, palla ancora una volta sulla mano di Simplicio. E Morganti? "Tutto Apposto! Continuate a giocare". Fine della partita, i romanisti sempre contenti e cojonati, che ancora una volta cadono di stile nelle parole del Post-Gara che vedremo dopo.
Come se non bastasse la Lazio colpisce anche un palo da 1 metro dalla linea di porta con Foggia, a sottolineare ancora di più una partita compromessa dall'errore di concentrazione della Lazio nel primo tempo, e dalla sfortuna e dagli ORRORI arbitrali nel secondo.
Pagelle:
Muslera 6+
Lichtsteiner 6,5
Dias 6
Stendardo 6-
Radu 6-
Ledesma 5,5
Brocchi 5,5
Mauri 6,5
Hernanes 5,5
Rocchi 5
Floccari 6-
Zarate 6,5
Foggia 6
Diakitè sv.
Reja 5,5
I commenti del post gara:
Brocchi - "Certi episodi fanno incazzare!"
E' un Christian Brocchi molto amareggiato quello che ha parlato nel postpartita di Lazio-Roma, terminata sul punteggio di 0-2: "E' stata una partita equilibrata, almeno fino al primo gol -ha detto- Noi siamo scesi in campo convinti di poter fare una buona partita, ma non siamo riusciti a ripetere le prestazioni delle ultime settimane. Ad ogni modo abbiamo avuto anche noi le nostre occasioni, prime tra tutte quelle di Hernanes e Foggia, quindi non credo si possa parlare di prestazione da dimenticare". Il numero 32 ha commentato gli episodi dei calci di rigore non concessi alla Lazio: "Il fallo su Mauri mi è sembrato evidente, e certi episodi se devo essere sincero mi fanno incazzare, soprattutto se penso anche al derby dello scorso anno ma capisco anche che chi deve giudicare queste situazioni è un uomo come noi e quindi può sbagliare come sbagliamo continuamente noi". Mercoledì sera si rigioca: "A Cesena andremo convinti di riprendere la marcia che abbiamo interrotto oggi. Siamo un gruppo solido che adesso è veramente arrabbiato e che ci tiene molto.". Su quelli che accusano la Lazio di essere un fuoco di paglia: "Il loro parere non ci interessava prima del derby, figuratevi ora".
Ledesma - "Arrabbiati con l'arbitro e con noi stessi"
Amarezza e sensazione di aver subito un torto. Ecco cosa si leggeva sul volto di Christian Ledesma quando si è prestato per le interviste all'uscita degli spogliatoi dell' Olimpico nel postpartita del derby perso per 2-0 dalla Lazio in virtù di due calci di rigore assegnati alla Roma dall'arbitro Morganti: "Siamo molto arrabbiati -ha detto- perchè abbiamo perso una partita in cui ci sono state delle occasioni da noi fallite malamente come quelle di Hernanes e Foggia e degli episodi arbitrali sfavorevoli. Quello che mi è sembrato strano è stato il diverso metro di giudizio che l'arbitro ha usato per valutare situazioni identiche. Ho parlato con Morganti dopo la mancata assegnazione del rigore su Mauri ma non perchè volevo fargli cambiare idea, solo per capire il perchè di certe scelte ma lui continuava a ripetere che era così e basta". Un'analisi sulla prestazione biancoceleste: "Siamo entrati in campo tranquilli e sicuri di noi stessi: nel primo tempo nessuna delle due squadre ha creato occasioni importanti. Nel secondo entrambe e noi siamo stati più sfortunati. Nello spogliatoio eravamo molto arrabbiati perchè perdere il derby non fa mai piacere, neanche da primi in classifica".
Reja - "Partita condizionata dagli errori arbitrali e da un nostro approccio sbagliato"
Brucia lo stomaco nel post gara per l’ennesimo derby perso in modalità perversa, ancor di più perché nella mente continuano a scorrere i potenziali rigori negati dal direttore di gara e il fallo non ravvisato di Batista in occasione dell’azione che ha portato al secondo tiro dal dischetto: “Voglio sottolineare che questo derby è stato condizionato da episodi negativi arbitrali – esordisce Reja in conferenza stampa - . La Roma in settimana si era lamentata per la designazione arbitrale, non credo che ora possa essere dispiaciuta di come è andata. La trattenuta su Mauri era evidente, non ci sono dubbi, l’arbitro non l’ha vista ma avrebbe potuto ricevere l’aiuto del guardalinee. Poi ci sono anche altre situazioni da considerare (due tocchi di mano in area di Simplicio, ndr), e la spinta in area nostra di Baptista su Lichtsteiner prima del rigore che ha chiuso la partita. Un po’ penalizzati siamo stati, anche i ragazzi negli spogliatoi mi hanno confessato la paura che la Lazio lì non è vista bene. In effetti oggi abbiamo assistito ad una direzione particolare, l’arbitro è stato molto deciso quando c’era da fischiare in un verso, poi però non abbiamo sentito il fischietto quando doveva segnalare a favore nostro. Con questo non voglio dire che la Roma ha rubato, quando una squadra vince ha sempre dei meriti, ma voglio solo sottolineare che la Roma, essendo così forte, non aveva bisogno di favori”.
L'altra faccia della medaglia:
Ranieri - "Non capisco le lamentele Laziali"
“C’era un gol buono di Greco al primo tempo che non ci è stato concesso, credo che dobbiamo accettare serenamente le decisioni. La mia è stata una squadra gagliarda, tignosa che ha saputo sfruttare le occasioni. Sono contento dei miei ragazzi. Non capisco le proteste della Lazio, non voglio parlare degli episodi, parlo degli episodi solo quando mi vengono contro. Non intendo fare polemiche ora sono a Roma e faccio il romano”. Poi in chiusura il mister giallorosso placa gli animi: “Vorrei che un domani la Lazio e la Roma tornino a giocare un derby d’alta classifica, lo dico da romano”.
Torno a parlare io adesso. Contento che i nostri abbiano fatto notare gli errori arbitrali e che abbiano fatto un'ampia e giusta autocritica per quanto riguarda il primo tempo. Ranieri invece ha provato ad evadere dalle lamentele per l'arbitraggio oggettivamente sfavorevole alla Lazio, rilanciando su un eventuale errore arbitrale per il goal annullato a Greco nel primo tempo, che invece le immagini confermano irregolare in quanto Borriello si trova in fuorigioco al momento del rimpallo grazie al quale Riise riesce a servirlo.
Comunque per fortuna torna subito, mercoledì, la Serie A, quando la Lazio andrà ad affrontare il Cesena, altra squadra ampiamente danneggiata dagli errori arbitrali nella giornata odierna, e che quindi avrà il dente avvelenato. La squadra romagnola sarà quindi una buona partita per testare la reazione della squadra BiancoCeleste alla sconfitta nel Derby.
Unica nota positiva di oggi sono stati i nervi saldi che oggi hanno mostrato i giocatori in campo, nonostante gli ORRORI arbitrali mi avevano fatto pensare a qualche nostro ragazzo espulso per qualche parola di troppo, cosa che fortunatamente non è avvenuta.
Per ogni altro commento personale vi rimando alla Diretta di S.S.LazioforLife Live Radio che andrà in onda mercoledì 10 alle ore 17 e 30, dove darò grande spazio agli ascoltatori attraverso la piattaforma di conversazione Skype (novità che verrà spiegata nel corso della settimana), attraverso la Chat di S.S.LazioforLife e a quella di SololaLazio Blog.
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Alessio Servadio
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Tommaso Rocchi, il nostro Uomo-Derby!
Ha dormito con il Profeta, gli ha spiegato tutto del derby. Hernanes e Rocchi, stessa camera, foresteria del centro sportivo di Formello. Oggi proveranno a tradurre sul prato dell’Olimpico la magia di un gesto tecnico sognato e immaginato a lungo durante la settimana e anche ieri sera, prima di spegnere la luce. Il brasiliano, nel ruolo di playmaker offensivo, più libero di creare gioco e ispirare l’attacco, non con l’obbligo di fare da spalla a Floccari, perchè avrà due punte da servire. Torna il capitano. Zàrate parte dalla panchina. Così ha provato e lasciato intendere Reja, deciso a giocarsela alla grande: chiudersi e ripartire, ecco il suo piano, tenendo in apprensione la Roma con gli scatti in profondità di Rocchi. Escludendo l’ipotesi della pretattica, difficilmente ci ripenserà. Nella mente del tecnico friulano è scolpito il film del 18 aprile e di una partita condotta in modo perfetto sino al rigore fallito da Floccari. Reja è convinto che Rocchi non lo tradirà, riuscendo a trasmettere a tutta la squadra lo spirito giusto di una partita in cui serviranno cuore e orgoglio, qualità tecniche, nervi saldi e concentrazione totale per cento minuti.
VELOCITA’ – Questo Tommaso ha ripetuto a Hernanes, il cui estro può diventare determinante, soprattutto giocando con il 4-3-1-2, a patto di indovinare i ritmi della partita, la semplicità delle giocate, eliminando i colpi a effetto. Serviranno concretezza e rapidità di pensiero, la palla dovrà viaggiare veloce per bucare la difesa della Roma. Rocchi, poi, è stato un maestro nel guidare il pressing su De Rossi e Pizarro negli ultimi derby, una sfida di cui conosce ogni risvolto tattico e psicologico.
NUMERI – Difficilmente sbaglia il derby. Ne ha giocati dodici, dieci da titolare, quattro ne ha vinti, cinque ne ha persi, tre volte è finita in pareggio. Cinque gol in dieci presenze dal primo minuto: Rocchi è l’uomo derby della Lazio, ha colpito la Roma anche quando era lanciatissima verso lo scudetto, pochi mesi fa. Lancio al millimetro di Ledesma, stop elegante e pallone piazzato di destro sul palo più lontano. Prodezza resa inutile dalla doppietta di Vucinic.
DECISIVO – Ci riproverà oggi Tommaso con l’obiettivo di trascinare la Lazio alla vittoria. Il gol più bello è ancora il primo, quello del 6 gennaio 2005 e di Di Canio, un tris clamoroso e in condizioni disperate, con Papadopulo al debutto in panchina. Un altro gol pesante, quello del pareggio, di testa su cross di Cesar, nell’autunno successivo. Una rete su rigore nel 3-2 del 19 marzo 2008, quello deciso da Behrami nel recupero. Nel novembre 2008, con la Lazio lanciatissima, la delusione firmata Baptista nella sera del tridente con Pandev e Zàrate contestato a Rossi. Due panchine (entrando nel finale) primache arrivasse Reja a restituirgli spazio, considerazione e gol decisivi per la salvezza nella scorsa primavera. “Voglio dimostrare di essere ancora determinante” spiegò all’inizio del campionato. Oggi può farlo: è arrivata la sua partita.
VELOCITA’ – Questo Tommaso ha ripetuto a Hernanes, il cui estro può diventare determinante, soprattutto giocando con il 4-3-1-2, a patto di indovinare i ritmi della partita, la semplicità delle giocate, eliminando i colpi a effetto. Serviranno concretezza e rapidità di pensiero, la palla dovrà viaggiare veloce per bucare la difesa della Roma. Rocchi, poi, è stato un maestro nel guidare il pressing su De Rossi e Pizarro negli ultimi derby, una sfida di cui conosce ogni risvolto tattico e psicologico.
NUMERI – Difficilmente sbaglia il derby. Ne ha giocati dodici, dieci da titolare, quattro ne ha vinti, cinque ne ha persi, tre volte è finita in pareggio. Cinque gol in dieci presenze dal primo minuto: Rocchi è l’uomo derby della Lazio, ha colpito la Roma anche quando era lanciatissima verso lo scudetto, pochi mesi fa. Lancio al millimetro di Ledesma, stop elegante e pallone piazzato di destro sul palo più lontano. Prodezza resa inutile dalla doppietta di Vucinic.
DECISIVO – Ci riproverà oggi Tommaso con l’obiettivo di trascinare la Lazio alla vittoria. Il gol più bello è ancora il primo, quello del 6 gennaio 2005 e di Di Canio, un tris clamoroso e in condizioni disperate, con Papadopulo al debutto in panchina. Un altro gol pesante, quello del pareggio, di testa su cross di Cesar, nell’autunno successivo. Una rete su rigore nel 3-2 del 19 marzo 2008, quello deciso da Behrami nel recupero. Nel novembre 2008, con la Lazio lanciatissima, la delusione firmata Baptista nella sera del tridente con Pandev e Zàrate contestato a Rossi. Due panchine (entrando nel finale) primache arrivasse Reja a restituirgli spazio, considerazione e gol decisivi per la salvezza nella scorsa primavera. “Voglio dimostrare di essere ancora determinante” spiegò all’inizio del campionato. Oggi può farlo: è arrivata la sua partita.
sabato 6 novembre 2010
Video: Conferenza stampa Pre-Derby - Reja: "E' un Derby importantissimo e siamo convinti delle nostre possibilità"
Video da Lalaziosiamonoi.it:
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"Pensieri di Lazio": La previdibilità romanista...
Fino a ieri erano tutti incerottati, tutti con qualche doloretto, qualcuno addirittura doveva stare fuori 1 mese, 2 mesi...poi tutti convocati!
Un copione visto e rivisto per qualche decina di volte da parte dei nipotini giallorossi, che nella settimana che precede il Derby della Capitale hanno una media di 7-8 infortunati di cui almeno 3 gravi. E' successo anche stavolta, e anche stavolta, come sempre ormai, recuperano tutti! Tutti o quasi, perchè dei duecentoventicinquemila infortunati in vista della stracittadina il solo non convocato è Juan, tutti gli altri (Burdisso, Cassetti, Brighi, Adriano, Pizarro e Mexes) hanno recuperato. Tutti! Tutti convocati!
Già da ieri, quando mi trovavo a parlare con mio zio e mio padre della partita di domani pomeriggio, eravamo tutti sicuri di questi recuperi-lampo dei quali solo i giocatori di proprietà romanista sono capaci.
Super poteri? Casualità? Strategia?
Io direi ormai di escludere la seconda a priori, visto che è una situazione che si ripete di anno in anno, e non solo in vista del derby, ma di qualunque partita importante la Roma debba disputare.
Quindi il cerchio si stringe: Super Poteri? Strategia?
Secondo me, una combinazione delle due ipotesi, una fusione di fluidi che solo loro sanno come far riuscire.
Però di una cosa possiamo essere soddisfatti: almeno, in caso di nostra vittoria, non potranno appellarsi a niente...e non ci venissero a dire del loro capEtEno, perchè la storia parla chiaro...
Forza Lazio! Vola in alto Olimpia!
Alessio Servadio
Un copione visto e rivisto per qualche decina di volte da parte dei nipotini giallorossi, che nella settimana che precede il Derby della Capitale hanno una media di 7-8 infortunati di cui almeno 3 gravi. E' successo anche stavolta, e anche stavolta, come sempre ormai, recuperano tutti! Tutti o quasi, perchè dei duecentoventicinquemila infortunati in vista della stracittadina il solo non convocato è Juan, tutti gli altri (Burdisso, Cassetti, Brighi, Adriano, Pizarro e Mexes) hanno recuperato. Tutti! Tutti convocati!
Già da ieri, quando mi trovavo a parlare con mio zio e mio padre della partita di domani pomeriggio, eravamo tutti sicuri di questi recuperi-lampo dei quali solo i giocatori di proprietà romanista sono capaci.
Super poteri? Casualità? Strategia?
Io direi ormai di escludere la seconda a priori, visto che è una situazione che si ripete di anno in anno, e non solo in vista del derby, ma di qualunque partita importante la Roma debba disputare.
Quindi il cerchio si stringe: Super Poteri? Strategia?
Secondo me, una combinazione delle due ipotesi, una fusione di fluidi che solo loro sanno come far riuscire.
Però di una cosa possiamo essere soddisfatti: almeno, in caso di nostra vittoria, non potranno appellarsi a niente...e non ci venissero a dire del loro capEtEno, perchè la storia parla chiaro...
Forza Lazio! Vola in alto Olimpia!
Alessio Servadio
venerdì 5 novembre 2010
S.S.LazioforLife Live Radio - Diretta alle 17 e 40
Alle 17 e 30 di questo pomeriggio andrà in diretta una puntata di S.S.LazioforLife live Radio.
In questa trasmissione darò molto spazio a voi lettori e ascoltatori.
Per inviare commenti, domande e simili scrivete sulla Chat di S.S.LazioforLife, sulla Chat di SololaLazioblog, alla mia casella e-mail: alessio.sslazio@gmail.com oppure nell'Area discussioni della Pagina di Facebook
Spero partecipiate in tanti.
Clicca qui per la Diretta alle 17 e 40 *PER ASCOLTARE LA DIRETTA: SOTTO AD UN IMMAGINE DI UN'AQUILA, C'E' SCRITTO "6° DIRETTA - 5/11/2010". ALLE 17 E 40 AFFIANCO COMPARIRA' LA SCRITTA PLAY E DA LI' SARA' POSSIBILE ASCOLTARE*
*Grazie a Piojo per il Logo*
Grazie!
Alessio Servadio
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Alessio Servadio
giovedì 4 novembre 2010
Conferenza Stampa Rocchi: "Loro avvantaggiati dall'assenza di Totti; è la partita più importante e ce la giochiamo alla pari"
FORMELLO – “Visto i precedenti, l’assenza di Totti sarà un vantaggio per la Roma”. Eccolo il derby, si sente, si respira, si annusa. Ad accenderlo definitivamente a 72 ore dall’evento non poteva che essere Tommaso Rocchi. Il capitano, l’uomo derby per eccellenza, la spina nel fianco di tutti coloro che hanno a cuore i colori giallorossi. Dodici presenze e cinque reti contro i dirimpettai cittadini, ma soprattutto la voglia di non mancare al prossimo. Quello in cui la sua Lazio si presenterà da prima della classe e cercherà di tenere a bada il ritorno rabbioso dell’altra sponda del Tevere. Toni pacati ma convinti di chi è già in trans agonistica, il bomber veneto non si nasconde e risponde per le rime ai primi sfottò dell’altro capitano, quello che domenica assisterà alla sfida capitolina dal comodo divano di casa: “Lui ha detto che noi vinceremo con un rigore di Floccari – spiega Rocchi in conferenza stampa - . Allora io dico che noi saremmo stati più contenti se lui fosse stato della partita, non ci sarà e sarà un vantaggio per loro visti gli ultimi derby. Brucia ancora la sconfitta della scorsa stagione. Una squadra cerca sempre di giocare al massimo, ma sinceramente preferirei giocare male e vincere. Per quanto riguarda Floccari dico solo che è un bravissimo giocatore, crede nelle sue potenzialità, affronterà questo derby al meglio. Dispiace per il rigore, ma è una persona di spessore e avrà una grande voglia di riscatto. Sono certo che possa fare una grande partita”
Del “pollice verso” della scorsa stagione è rimasto solo l’eco, ma si sa a Roma ci si avvicina al derby anche alzando un po’ i gradi della temperatura. Sfugge ad ogni pronostico, è carico di contenuti che prescindono dal tasso tecnico delle due compagini: “Una partita troppo bella, ti dà sempre gradi emozioni – continua il numero nove di Reja - . Malgrado io ne abbia giocati molti, l’attesa, la preparazione, l’atmosfera continuo a viverla diversamente dalle altre gare. Ma in questo momento è importante prepararlo nel modo giusto. Dobbiamo concentrarsi senza avere troppe pressioni, con la consapevolezza che è la partita più importante. Vincerà che la interpreterà meglio”.
Da affrontare nel momento migliore: “Ho notato una grande forza di squadra, vedo un gruppo solido, compatto, difficile da superare. La cosa più importante che si evince guardando la squadra giocare è questa. Oltre questo c’è armonia, voglia di far bene da parte di tutti. I risultati positivi hanno dato la spinta per aumentare la convinzione”.
Anche se non hanno ancora convinto gli scettici: “Un po’ di carica sentire certe cose, ma cerchiamo di ascoltare poco l’esterno, pensiamo solo a preparare bene le partite. Se siamo primi vuol dire che lo meritiamo, poi è chiaro che in tutte le partite ci possono anche essere degli episodi positivi. Ma la squadra c’è e merita i punti che ha. Per quanto riusciremo a mantenere questa posizione si vedrà, ma adesso il presente è questo”.
Il presente parla di una Lazio capolista e di una Roma, seppur in ripresa, sempre alle prese con dei problemi oggettivi. Rispetto allo scorso anno il tema si è capovolto. Ma nel derby questo conta poco: “Spesso si dice che chi sta meglio di solito ha qualcosa in più da perdere. La bravura sta nel cancellare tutto ciò che è stato, in quei 100’ di gara conterà solo quello che si riuscirà a mettere in campo. Io sono molto fiducioso. Sicuramente è una partita molto sentita, dentro e fuori lo spogliatoio, questo può provocare situazioni di nervosismo. Noi che andiamo in campo dobbiamo vivere bene questa rivalità sportiva, essendo anche nemici in campo. Ognuno di noi vorrà vincerlo, ma dobbiamo essere anche in grado di dare un immagine serena all’evento. Dal punto di visto tecnico, penso sarà una partita tattica, quando una squadra ha voglia di vincere non si butta subito con tutte le forze in avanti ma cerca anche di studiare l’avversario. Ci vorrà determinazione, grinta, cattiveria agonista e la voglia di ottenere il risultato, ma servirà anche la capacità razionale di saper gestire alcune situazioni particolari che possono presentarsi”.
Rocchi è certo, il processo di crescita che sta vedendo protagonista la Lazio ha azzerato il gap che intercorreva fino a pochi mesi fa: “Penso che siamo due grandi squadre, credo che il livello sia lo stesso. Noi ci arriviamo con un buona classifica, loro hanno avuto qualche problema, ma penso che il valore della Roma come squadra non si possa discutere. Prevedo una partita a viso aperto, tutti vorranno dare una gioia ai propri tifosi. La Roma ha avuto delle difficoltà fisiche, poi c’è anche un discorso mentale, non è facile giocare ogni tre giorni e ripetere un’annata come quella scorsa in cui hanno dato tutti il massimo del proprio potenziale.
Il canovaccio delle ultime giornate sembrerebbe tagliarlo fuori dall’undici titolare, ma la sensazione delle ultime ore è che Reja stia seriamente pensando di rilanciarlo nella partita più attesa: “Non lo so se giocherò, il mister sta provando alcune cose già da martedì. Stiamo preparando la partita al meglio, ma non credo abbia deciso la formazione. Io come sempre sono pronto e a maggior ragione in questa partita che reputo tra le più belle del campionato”.
Bella ed esaltante, visto i precendenti personali: “Il gol che feci il 6 gennaio è uno dei meno belli, ma ancora oggi ha un sapore indescrivibile, era il mio primo derby, la Lazio non vinceva da molto tempo, io segnai”.
Dai significati ai singoli. In casa Lazio c’è grande attesa per l’esordio di Hernanes: “Lui ha già capito o sentito l’atmosfera che si vive. Sabato sera saremo in camera insieme, gli farò il resoconto delle mie esperienze pregresse”. Sull’altra sponda sono due i calciatori più temuti dal capitano: “Penso che Vucinic e Menez quelli che stanno meglio, sono pericolosi, così come lo stesso Borriello. Ma tutta la rosa è competitiva”.
Tornando in biancoceleste, Rocchi esalta la crescita di Zàrate: “Sicuramente è molto migliorato, sta bene fisicamente e mentalmente. Si è calato in una realtà in cui l’allenatore gli chiede di fare determinate cose. Non lo fa per togliergli delle qualità, ma solo per metterlo al servizio della squadra. Lui questo l’ha capito, ma se si applica potrà essere anche più deciso. Quel ruolo l’ho fatto 10 anni fa, so cosa significa…”.
Ultime parole prima del riscontro del campo. C’è una città in attesa spasmodica: “Roma ha due squadre importanti, di livello – conclude Rocchi - . E’ una partita fatta di sentimenti e sensazioni, è una gara che non si vive solo in campo, ma riguarda una rivalità sportiva che va oltre, e questo viene trasmesso anche a noi. Rispetto ad altre città qui è più sentito, ma è giusto che sia così, magari anche prendendosi in giro dopo…”.
Del “pollice verso” della scorsa stagione è rimasto solo l’eco, ma si sa a Roma ci si avvicina al derby anche alzando un po’ i gradi della temperatura. Sfugge ad ogni pronostico, è carico di contenuti che prescindono dal tasso tecnico delle due compagini: “Una partita troppo bella, ti dà sempre gradi emozioni – continua il numero nove di Reja - . Malgrado io ne abbia giocati molti, l’attesa, la preparazione, l’atmosfera continuo a viverla diversamente dalle altre gare. Ma in questo momento è importante prepararlo nel modo giusto. Dobbiamo concentrarsi senza avere troppe pressioni, con la consapevolezza che è la partita più importante. Vincerà che la interpreterà meglio”.
Da affrontare nel momento migliore: “Ho notato una grande forza di squadra, vedo un gruppo solido, compatto, difficile da superare. La cosa più importante che si evince guardando la squadra giocare è questa. Oltre questo c’è armonia, voglia di far bene da parte di tutti. I risultati positivi hanno dato la spinta per aumentare la convinzione”.
Anche se non hanno ancora convinto gli scettici: “Un po’ di carica sentire certe cose, ma cerchiamo di ascoltare poco l’esterno, pensiamo solo a preparare bene le partite. Se siamo primi vuol dire che lo meritiamo, poi è chiaro che in tutte le partite ci possono anche essere degli episodi positivi. Ma la squadra c’è e merita i punti che ha. Per quanto riusciremo a mantenere questa posizione si vedrà, ma adesso il presente è questo”.
Il presente parla di una Lazio capolista e di una Roma, seppur in ripresa, sempre alle prese con dei problemi oggettivi. Rispetto allo scorso anno il tema si è capovolto. Ma nel derby questo conta poco: “Spesso si dice che chi sta meglio di solito ha qualcosa in più da perdere. La bravura sta nel cancellare tutto ciò che è stato, in quei 100’ di gara conterà solo quello che si riuscirà a mettere in campo. Io sono molto fiducioso. Sicuramente è una partita molto sentita, dentro e fuori lo spogliatoio, questo può provocare situazioni di nervosismo. Noi che andiamo in campo dobbiamo vivere bene questa rivalità sportiva, essendo anche nemici in campo. Ognuno di noi vorrà vincerlo, ma dobbiamo essere anche in grado di dare un immagine serena all’evento. Dal punto di visto tecnico, penso sarà una partita tattica, quando una squadra ha voglia di vincere non si butta subito con tutte le forze in avanti ma cerca anche di studiare l’avversario. Ci vorrà determinazione, grinta, cattiveria agonista e la voglia di ottenere il risultato, ma servirà anche la capacità razionale di saper gestire alcune situazioni particolari che possono presentarsi”.
Rocchi è certo, il processo di crescita che sta vedendo protagonista la Lazio ha azzerato il gap che intercorreva fino a pochi mesi fa: “Penso che siamo due grandi squadre, credo che il livello sia lo stesso. Noi ci arriviamo con un buona classifica, loro hanno avuto qualche problema, ma penso che il valore della Roma come squadra non si possa discutere. Prevedo una partita a viso aperto, tutti vorranno dare una gioia ai propri tifosi. La Roma ha avuto delle difficoltà fisiche, poi c’è anche un discorso mentale, non è facile giocare ogni tre giorni e ripetere un’annata come quella scorsa in cui hanno dato tutti il massimo del proprio potenziale.
Il canovaccio delle ultime giornate sembrerebbe tagliarlo fuori dall’undici titolare, ma la sensazione delle ultime ore è che Reja stia seriamente pensando di rilanciarlo nella partita più attesa: “Non lo so se giocherò, il mister sta provando alcune cose già da martedì. Stiamo preparando la partita al meglio, ma non credo abbia deciso la formazione. Io come sempre sono pronto e a maggior ragione in questa partita che reputo tra le più belle del campionato”.
Bella ed esaltante, visto i precendenti personali: “Il gol che feci il 6 gennaio è uno dei meno belli, ma ancora oggi ha un sapore indescrivibile, era il mio primo derby, la Lazio non vinceva da molto tempo, io segnai”.
Dai significati ai singoli. In casa Lazio c’è grande attesa per l’esordio di Hernanes: “Lui ha già capito o sentito l’atmosfera che si vive. Sabato sera saremo in camera insieme, gli farò il resoconto delle mie esperienze pregresse”. Sull’altra sponda sono due i calciatori più temuti dal capitano: “Penso che Vucinic e Menez quelli che stanno meglio, sono pericolosi, così come lo stesso Borriello. Ma tutta la rosa è competitiva”.
Tornando in biancoceleste, Rocchi esalta la crescita di Zàrate: “Sicuramente è molto migliorato, sta bene fisicamente e mentalmente. Si è calato in una realtà in cui l’allenatore gli chiede di fare determinate cose. Non lo fa per togliergli delle qualità, ma solo per metterlo al servizio della squadra. Lui questo l’ha capito, ma se si applica potrà essere anche più deciso. Quel ruolo l’ho fatto 10 anni fa, so cosa significa…”.
Ultime parole prima del riscontro del campo. C’è una città in attesa spasmodica: “Roma ha due squadre importanti, di livello – conclude Rocchi - . E’ una partita fatta di sentimenti e sensazioni, è una gara che non si vive solo in campo, ma riguarda una rivalità sportiva che va oltre, e questo viene trasmesso anche a noi. Rispetto ad altre città qui è più sentito, ma è giusto che sia così, magari anche prendendosi in giro dopo…”.
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Formello - L'amichevole Pre-Derby contro la Primavera finisce 4-1; Rocchi in vantaggio su Zarate; Muslera al Derby ci dovrebbe essere
FORMELLO – La festa alla capolista, la carica dei tifosi, l’adrenalina del derby che cresce, l’attesa che si fa nevrotica. A 72 ore dall’evento, in casa Lazio è definitivamente scoppiata la febbre per la 135/esima stracittadina della Capitale. La gente laziale ha preso d’assalto la tribuna del quartier generale biancoceleste, ha salutato il suo simbolo, ha abbracciato la squadra che, nel frattempo, ha mandato in scena le prove generali contro la Primavera di Alberto Bollini.
MUSLERA, APPLAUSI ED OTTIMISMO - Energia e passione sugli spalti, concentrazione ed applicazione in campo, ottimismo in infermeria, dove per il terzo giorno consecutivo è rimasto Fernando Muslera. “Domenica ci sarò”, ha assicurato ieri dopo i confortanti esami: nessuna lesione, solo un fastidio muscolare che inizialmente aveva fatto scattare l’allarme. Nelle ultime ore è parzialmente rientrato, nonostante anche oggi, l’estremo difensore uruguaiano sia stato costretto a continuare un lavoro fisioterapico in palestra. Un programma personalizzato già ampiamente preventivato, che dovrebbe riportarlo a lavorare sul terreno di gioco probabilmente già a partire da domani, quasi certamente da sabato. Oltre alle cure, oggi si è limitato a riscaldarsi sul terreno di gioco poco prima dell’inizio dell’amichevole. Solo pochi minuti per saggiare miglioramenti e per strappare gli applausi dei tifosi. Uno o due allenamenti sulle gambe, pochi, ma basteranno per vederlo regolarmente tra i pali domenica pomeriggio. C’è un conto in sospeso con Vucinic da saldare, la seconda difesa della serie A da proteggere.
ANCORA ROCCHI CON FLOCCARI NEL 4-3-1-2 - Muslera ci sarà, Rocchi vuole esserci. “Non so se giocherò, ma sono pronto”, ha esclamato il capitano biancoceleste nella conferenza stampa pre-allenamento. Reja sembra averlo ascoltato, perché poco dopo ha replicato le prove andate in scena ieri pomeriggio, quando l’aveva affiancato all’intoccabile Floccari. E’ successo anche contro Ceccarelli e compagni: Hernanes a supporto dell’attaccante calabrese e dell numero nove, insieme a guidare il 4-3-1-2 che Reja sta pensando di opporre alla Roma. Molto dipenderà dall’atteggiamento tattico che sceglierà Ranieri. Si sa, il tecnico goriziano ama giocare a scacchi con l’avversario ed in vista del possibile rombo giallorosso (Menez vertice alto alle spalle di Vucinic e Borriello), sembra intenzionato ad abbandonare per una volta il 4-2-3-1 delle ultime uscite. Il ritorno alle due punte pure con Hernanes alle spalle, rilancia di fatto le quotazioni di Rocchi che sogna di riprendersi la Lazio, dopo sei panchine di fila, propria nel giorno più importante. Reja pensa di rilanciare l’uomo derby per eccellenza, ma il ballottaggio con Zàrate è apertissimo. Oggi, l’argentino si è dovuto accontentare della seconda frazione di gioco, dividendo le mansioni offensive con Libor Kozak. Un duetto che sul finale di test ha fissato il risulto sul 4-1 per la prima squadra (Lanni per la Primavera). Assist del numero dieci e tap-in del ceco. In precedenza era stato proprio il “trio titolare” a regolare i conti.
PROFETA SUPER - Nei primi 20’ si era ammirata la classe e la freddezza di Hernanes, che ha fatto esplodere l’entusiasmo generale con un doppietta stupenda: diagonale mancino su assist di Rocchi al 6’ e conclusione volante ad incrociare su pennellata di Floccari al 15’. Sul finire di tempo è stato lo stesso attaccante di Nicotera a fissare il parziale su l 3-0 con una pregevole iniziativa personale, che spera di ripetere anche domenica. Il rigore fallito dello scorso anno fa ancora male. Ieri Totti l’ha punzecchiato (“Vince la Lazio con rigore di Floccari"), lui medita di rispondere direttamente sul campo.
SCELTE FATTE - Il testa a testa tra Rocchi e Zàrate, è l’unico vero dubbio della settimana (con modulo annesso). Per il resto, malgrado oggi Reja abbia mischiato le carte a centrocampo non ci sono molti dubbi. Ledesma agirà davanti la difesa, avrà il compito di tenere a bada la fantasia di Menez, mentre Brocchi e Mauri si muoveranno da intermedi di centrocampo. In difesa Stendardo farà le veci dello squalificato Biava, completando il quartetto composto anche da Lichtsteiner, Dias e Radu.
MUSLERA, APPLAUSI ED OTTIMISMO - Energia e passione sugli spalti, concentrazione ed applicazione in campo, ottimismo in infermeria, dove per il terzo giorno consecutivo è rimasto Fernando Muslera. “Domenica ci sarò”, ha assicurato ieri dopo i confortanti esami: nessuna lesione, solo un fastidio muscolare che inizialmente aveva fatto scattare l’allarme. Nelle ultime ore è parzialmente rientrato, nonostante anche oggi, l’estremo difensore uruguaiano sia stato costretto a continuare un lavoro fisioterapico in palestra. Un programma personalizzato già ampiamente preventivato, che dovrebbe riportarlo a lavorare sul terreno di gioco probabilmente già a partire da domani, quasi certamente da sabato. Oltre alle cure, oggi si è limitato a riscaldarsi sul terreno di gioco poco prima dell’inizio dell’amichevole. Solo pochi minuti per saggiare miglioramenti e per strappare gli applausi dei tifosi. Uno o due allenamenti sulle gambe, pochi, ma basteranno per vederlo regolarmente tra i pali domenica pomeriggio. C’è un conto in sospeso con Vucinic da saldare, la seconda difesa della serie A da proteggere.
ANCORA ROCCHI CON FLOCCARI NEL 4-3-1-2 - Muslera ci sarà, Rocchi vuole esserci. “Non so se giocherò, ma sono pronto”, ha esclamato il capitano biancoceleste nella conferenza stampa pre-allenamento. Reja sembra averlo ascoltato, perché poco dopo ha replicato le prove andate in scena ieri pomeriggio, quando l’aveva affiancato all’intoccabile Floccari. E’ successo anche contro Ceccarelli e compagni: Hernanes a supporto dell’attaccante calabrese e dell numero nove, insieme a guidare il 4-3-1-2 che Reja sta pensando di opporre alla Roma. Molto dipenderà dall’atteggiamento tattico che sceglierà Ranieri. Si sa, il tecnico goriziano ama giocare a scacchi con l’avversario ed in vista del possibile rombo giallorosso (Menez vertice alto alle spalle di Vucinic e Borriello), sembra intenzionato ad abbandonare per una volta il 4-2-3-1 delle ultime uscite. Il ritorno alle due punte pure con Hernanes alle spalle, rilancia di fatto le quotazioni di Rocchi che sogna di riprendersi la Lazio, dopo sei panchine di fila, propria nel giorno più importante. Reja pensa di rilanciare l’uomo derby per eccellenza, ma il ballottaggio con Zàrate è apertissimo. Oggi, l’argentino si è dovuto accontentare della seconda frazione di gioco, dividendo le mansioni offensive con Libor Kozak. Un duetto che sul finale di test ha fissato il risulto sul 4-1 per la prima squadra (Lanni per la Primavera). Assist del numero dieci e tap-in del ceco. In precedenza era stato proprio il “trio titolare” a regolare i conti.
PROFETA SUPER - Nei primi 20’ si era ammirata la classe e la freddezza di Hernanes, che ha fatto esplodere l’entusiasmo generale con un doppietta stupenda: diagonale mancino su assist di Rocchi al 6’ e conclusione volante ad incrociare su pennellata di Floccari al 15’. Sul finire di tempo è stato lo stesso attaccante di Nicotera a fissare il parziale su l 3-0 con una pregevole iniziativa personale, che spera di ripetere anche domenica. Il rigore fallito dello scorso anno fa ancora male. Ieri Totti l’ha punzecchiato (“Vince la Lazio con rigore di Floccari"), lui medita di rispondere direttamente sul campo.
SCELTE FATTE - Il testa a testa tra Rocchi e Zàrate, è l’unico vero dubbio della settimana (con modulo annesso). Per il resto, malgrado oggi Reja abbia mischiato le carte a centrocampo non ci sono molti dubbi. Ledesma agirà davanti la difesa, avrà il compito di tenere a bada la fantasia di Menez, mentre Brocchi e Mauri si muoveranno da intermedi di centrocampo. In difesa Stendardo farà le veci dello squalificato Biava, completando il quartetto composto anche da Lichtsteiner, Dias e Radu.
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mercoledì 3 novembre 2010
S.S.LazioforLife Live Radio - Diretta alle 17 e 30
Alle 17 e 30 di questo pomeriggio andrà in diretta una puntata di S.S.LazioforLife live Radio.
In questa trasmissione darò molto spazio a voi lettori e ascoltatori.
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*Grazie a Piojo per il Logo*
Grazie!
Alessio Servadio
martedì 2 novembre 2010
Olimpia non vola al Derby, ma è pronto uno spettacolo alternativo
Olympia non volerà al derby, ma la Lazio non rinuncerà a mostrarla. Chi sperava di essere riuscito a interrompere lo spettacolo rimarrà deluso, perché la società biancoceleste ha già studiato un piano alternativo. Prima della gara l’aquila verrà fatta entrare nello stadio, come di consueto sul braccio di Josè, il suo addestratore. Farà un bel giro di campo, sempre in compagnia del falconiere, per mostrarsi, poi verrà sistemata sotto alla Curva Nord sull’ormai inconfondibile trespolo con lo stemma della Lazio.
La scelta è stata fatta perché l’aquila porta fortuna ma anche perché è diventata una vera e propria attrazione per i bambini: ogni settimana sono centinaia le persone chiamano la biglietteria della società biancoceleste per chiedere un «biglietto per vedere Olympia». In realtà non c’è nessun sovrapprezzo per ammirarla volteggiare sul prato dell’Olimpico, ma lo spettacolo è rimasto così impresso che molta gente è disposta ad andare allo stadio anche solo per ammirare l’aquila. Anche a dispetto dei vandali.
La scelta è stata fatta perché l’aquila porta fortuna ma anche perché è diventata una vera e propria attrazione per i bambini: ogni settimana sono centinaia le persone chiamano la biglietteria della società biancoceleste per chiedere un «biglietto per vedere Olympia». In realtà non c’è nessun sovrapprezzo per ammirarla volteggiare sul prato dell’Olimpico, ma lo spettacolo è rimasto così impresso che molta gente è disposta ad andare allo stadio anche solo per ammirare l’aquila. Anche a dispetto dei vandali.
Parla Dias: "Pronti per il Derby; Voglio entrare nella storia della Lazio; Hernanes è solo al 50%"
LA STORIA - Nascere predestinati e non saperlo, nascere calciatori e scoprirlo a 18 anni, nascere campioni ed accorgersene da grandi. E la vita ti cambia da un giorno all'altro. E' esploso tardi perchè ha iniziato tardi. Raccontano che il difensore Andrè Dias s'è reso conto di voler giocare a calcio alla maggiore età, fino ad allora aveva lavorato in un negozio di vernici, aveva fatto il cameriere e nel frattempo era andato a scuola. Cercava di essere autonomo, di non gravare sulla famiglia, cercava di aiutare papà Celso e mamma Aparecida. Questa non è la storia del ragazzino che sogna di diventare campione. No, questa è la storia di un giovane uomo cresciuto in una famiglia numerosa e che ad un certo punto si è trovato catapultato in una vita calcistica. Dias è il quarto di cinque fratelli che non hanno scelto di seguire le sue orme. Sino a 18 anni giocava a calcetto a livello amatoriale perchè il campo a 11 non gli piaceva. Si sentiva attaccante, diventò difensore, ammirava Andrè Cruz (ex Milan e Napoli). Il destino lo mise di fronte al bivio per due volte. Aveva 15 anni, un amico lo spinse a provarci nel calcio, gli fece fare un test nel Sao Caetano. La prova andò malissimo, la delusione lo segnò. Tre anni dopo un altro amico iniziò a tartassarlo, lo portò con sè a provare nella Palestra del Sao Bernardo do Campo, piccola società di San Paolo. Dias accettò solo dopo tre mesi. Fu acquistato e da lì partì la sua scalata. La prima apparizione avvenne nel '99, poi fu acquistato dal Paranà (22 presenze, 1 gol), poi arrivò la chiamata del Flamengo (2001). Nei primi anni di carriera, cambiò spesso squadra: nel 2003 al Paysandau (26 presenze, 1 rete), successivamente al Goias per tre anni (75 presenze, 3 gol). Nel 2006 il San Paolo lo prelevò a parametro zero, dopo che con il Goias fu nominato miglior difensore del Brasileiaro. Andrè passò davanti a tutti in poco tempo: divenne capitano, vinse tre campionato di fila, si aggiudicò la "Bola de Prata", riconoscimento ai migliori undici del torneo. Nel 2009 arrivò la chiamata del Brasile di Dunga, ma non scese in campo. Andrè ha sposato Andrea, con sua moglie si conosce da 10 anni. Hanno un figlio, Vinicio, e due gemelline nate in estate, Lara ed Eloah. E' un evangelista, come Matu ed Hernanes, con loro frequenta una chiesa a Roma. Legge sempre la Bibbia, ama stare con la famiglia, è il suo hobby preferito. La musica gospel lo rilassa e lo carica. Il futuro adesso è suo.
Ora, è uno dei leader della nuova Lazio, l'immagine della sorpresa del gruppo di Reja, perchè il valore di Andrè Dias sino all'inizio del campionato veniva trascurato. Da bambino gli sarebbe piaciuto giocare cenravanti, può darsi che l'istinto lo abbia conservato. SI sgancia e va a segnare, sfruttando l'abilità nello stacco aereo. Reja, già dal ritiro di Norcia, prova quel tipo di punizione visto a Palermo. Blocco al centro dell'area, Dias gira dietro il mucchio e va a colpire di testa o di piede, come successo al Barbera. Terzo gol con la Lazio, questo da vero centravanti. Poi s'è messo a correre verso la panchina aggiuntiva dove era seduto il suo amico Matuzalem: "E' un amico, una persona che mi ha aiutato tantissimo nei primi mesi. Quando sono arrivato a Roma non capivo l'italiano, dovevo abituarmi al cambio di vita, Matu per me è stato una presenza costante. E io volevo ringraziarlo per tutto quello che ha fatto".
L'ha definito il gol più bello della sua vita. In realtà ce ne è un altro che per gesto tecnico è ancora insuperabile. San Paolo-Atletico Mineiro, Brasileirao del 2008, Dias scatta in profondità, penetra in area e sull'uscita del portere lo beffa con un cucchiaio. Questo, forse, è il più bello realizzato con la Lazio. Ne aveva seganti due, altrettanto importanti (contro Genoa e Bologna) nella corsa verso la salvezza. Andrè Dias, come molti suoi compagni, vive l'attuale primato con serenità: "Il nostro segreto? Non ne parliamo tanto del primo posto. Abbiamo voglia di dare il massimo ogni volta che giochiamo, questo è lo spirito, c'è grande armonia, un grande gruppo. La Lazio affronta ogni partita come se fosse una finale, ma senza pensare a niente. E' la nostra forza interiore. Si scudetto non ne parliamo. Vedremo più avanti se riusciremo a mantenere questa posizione. Ma il segreto è questo: affrontiamo un ostacolo alla volta, come se fosse una finale. L'armonia del gruppo, poi, si riflette sul campo, tutti sono pronto ad aiutarsi, a sacrificarsi per l'altro. Se uno sbaglia, c'è chi va in aiuto. La nostra difesa parte dagli attaccanti". La prossima finale per la Lazio si chiama derby. Dias l'ha giocato nella scorsa primavera: "Giocammo bene quella gara e perdemmo immeritatamente. Anche quest'anno giocheremo per vincere. E' una partita difficile, la più difficile del campionato per atmosfera, le pressioni e le attese che ci sono. Ad ogni modo noi siamo pronti, ci sentiamo molto più preparati dell'anno scorso. Fisicamente, tatticamente e mentalmente, la Lazio oggi sta meglio. Io spero che si giochi bene e che si riesca a vincere. Nel derby dovremo evitare di sottovalutare l'avversario, non dovremo innervosirci, la Roma ha giocatori di qualità". Dias, come Hernanes, ha un sogno: "Entrare nella storia della Lazio, essere ricordato dai tifosi e vincere qualcosa".
Dias è rimasto molto legato alla sua ex squadra: "Quando posso vedo le partite del San Paolo, sarò sempre suo tifoso. Ho nostalgia della gente, la porto nel cuore. Saluto tutti e mando loro un grosso abbraccio, il San Paolo è la squadra più importante in cui ho militato in passato. Hernanes? E' al 50% della sua forza, quello vero i tifosi laziali lo vedranno da gennaio in poi, quando arriverà ai massimi livelli, ancora non li ha raggiunti. Si sta ambientando bene nel nuovo ruolo. Nel settore giovanile del San Paolo - racconta - giocava in una posizione avanzata, come adesso. Quando è diventato professionista ha iniziato a giocare come centrocampista centrale per le sue qualità tecniche, difensive ed offensive. A me non era capitato di vederlo giocare in zona d'attacco, per la prima volta è successo nella Lazio e sta facendo benissimo. Sta giocando senza fermarsi da gennaio, è normale che non sia al top. Non ha avuto problemi di ambientamento, ma solo un calo fisiologico visto che la stagione in Brasile è iniziata a dicembre".
Ora, è uno dei leader della nuova Lazio, l'immagine della sorpresa del gruppo di Reja, perchè il valore di Andrè Dias sino all'inizio del campionato veniva trascurato. Da bambino gli sarebbe piaciuto giocare cenravanti, può darsi che l'istinto lo abbia conservato. SI sgancia e va a segnare, sfruttando l'abilità nello stacco aereo. Reja, già dal ritiro di Norcia, prova quel tipo di punizione visto a Palermo. Blocco al centro dell'area, Dias gira dietro il mucchio e va a colpire di testa o di piede, come successo al Barbera. Terzo gol con la Lazio, questo da vero centravanti. Poi s'è messo a correre verso la panchina aggiuntiva dove era seduto il suo amico Matuzalem: "E' un amico, una persona che mi ha aiutato tantissimo nei primi mesi. Quando sono arrivato a Roma non capivo l'italiano, dovevo abituarmi al cambio di vita, Matu per me è stato una presenza costante. E io volevo ringraziarlo per tutto quello che ha fatto".
L'ha definito il gol più bello della sua vita. In realtà ce ne è un altro che per gesto tecnico è ancora insuperabile. San Paolo-Atletico Mineiro, Brasileirao del 2008, Dias scatta in profondità, penetra in area e sull'uscita del portere lo beffa con un cucchiaio. Questo, forse, è il più bello realizzato con la Lazio. Ne aveva seganti due, altrettanto importanti (contro Genoa e Bologna) nella corsa verso la salvezza. Andrè Dias, come molti suoi compagni, vive l'attuale primato con serenità: "Il nostro segreto? Non ne parliamo tanto del primo posto. Abbiamo voglia di dare il massimo ogni volta che giochiamo, questo è lo spirito, c'è grande armonia, un grande gruppo. La Lazio affronta ogni partita come se fosse una finale, ma senza pensare a niente. E' la nostra forza interiore. Si scudetto non ne parliamo. Vedremo più avanti se riusciremo a mantenere questa posizione. Ma il segreto è questo: affrontiamo un ostacolo alla volta, come se fosse una finale. L'armonia del gruppo, poi, si riflette sul campo, tutti sono pronto ad aiutarsi, a sacrificarsi per l'altro. Se uno sbaglia, c'è chi va in aiuto. La nostra difesa parte dagli attaccanti". La prossima finale per la Lazio si chiama derby. Dias l'ha giocato nella scorsa primavera: "Giocammo bene quella gara e perdemmo immeritatamente. Anche quest'anno giocheremo per vincere. E' una partita difficile, la più difficile del campionato per atmosfera, le pressioni e le attese che ci sono. Ad ogni modo noi siamo pronti, ci sentiamo molto più preparati dell'anno scorso. Fisicamente, tatticamente e mentalmente, la Lazio oggi sta meglio. Io spero che si giochi bene e che si riesca a vincere. Nel derby dovremo evitare di sottovalutare l'avversario, non dovremo innervosirci, la Roma ha giocatori di qualità". Dias, come Hernanes, ha un sogno: "Entrare nella storia della Lazio, essere ricordato dai tifosi e vincere qualcosa".
Dias è rimasto molto legato alla sua ex squadra: "Quando posso vedo le partite del San Paolo, sarò sempre suo tifoso. Ho nostalgia della gente, la porto nel cuore. Saluto tutti e mando loro un grosso abbraccio, il San Paolo è la squadra più importante in cui ho militato in passato. Hernanes? E' al 50% della sua forza, quello vero i tifosi laziali lo vedranno da gennaio in poi, quando arriverà ai massimi livelli, ancora non li ha raggiunti. Si sta ambientando bene nel nuovo ruolo. Nel settore giovanile del San Paolo - racconta - giocava in una posizione avanzata, come adesso. Quando è diventato professionista ha iniziato a giocare come centrocampista centrale per le sue qualità tecniche, difensive ed offensive. A me non era capitato di vederlo giocare in zona d'attacco, per la prima volta è successo nella Lazio e sta facendo benissimo. Sta giocando senza fermarsi da gennaio, è normale che non sia al top. Non ha avuto problemi di ambientamento, ma solo un calo fisiologico visto che la stagione in Brasile è iniziata a dicembre".
Mister Edy Reja alla Ferguson
Reja alla Ferguson. E’ il progetto di Lotito, che intende legarsi sine die al tecnico friulano. Non si parla di contratto, quello arriverà di conseguenza, tra qualche mese, quando la Lazio avrà verificato sul campo i traguardi raggiunti e lo spessore di una squadra che annuncia di aver aperto un nuovo ciclo. Per adesso incide la comunione d’intenti, lo sguardo di complici intese, la stima reciproca e il lavoro avviato nei mesi scorsi. Si cominciano a raccogliere i risultati, c’è la voglia di continuare e proseguire insieme a lungo. Questo voleva esprimere Lotito parlando di rapporto sine die con Reja, scelto nel momento di difficoltà dell’inverno scorso, quando la preoccupazione della retrocessione in B stava diventando concreta, e poi confermato a maggio, quando la società si era interrogata su come ripartire. Scelta saggia, perché non si è buttato il lavoro degli ultimi tre mesi di campionato e non si è smarrito quel patrimonio di certezze raggiunto sul campo e all’interno dello spogliatoio, in precedenza devastato dalle tensioni.
LONGEVITA’ -«E’ il mio Ferguson»ha spiegato Lotito. E ieri Reja, intervenendo in diretta su Sky Sport 24, ha risposto.«Magari. Mi auguro di continuare ad allenare sino a settant’anni e spero di far ancora parte a lungo del progetto Lazio». La sua passione è allenare, non si è mai visto dietro a una scrivania. Difficile superare il ventennio di Ferguson al Manchester United, di sicuro zio Edy ha voglia di proseguire l’avventura sulla panchina della Lazio anche nei prossimi anni. Sir Alex, come il suo amico Capello e Mourinho, grandi tecnici capaci di formare gruppi granitici e di puntare sulle motivazioni. «Questa è la filosofia attuale del calcio. Un calcio fatto di intensità e in cui il gruppo si esalta, seguendo l’impronta del tecnico. Mai vista una squadra di Mourinho giocare senza intensità. Sì, penso che anche la Lazio stia assorbendo questo tipo di filosofia ».
SFIDA -L’allenatore friulano ha parlato anche della forza dello spogliatoio.« E’ sparito l’io, si parla del noi. Anche Zarate ha assorbito questo tipo di filosofia». Tutti i pensieri e le aspettative sono concentrate sul derby con la Roma. La Lazio domina la classifica con quattro punti di vantaggio sull’Inter, regina d’Europa. Nessuno parla di scudetto. Reja non s’azzarda. «Bisogna aspettare almeno la fine del girone d’andata, aspettare altri scontri diretti. Per esempio domenica c’è il derby. La Roma ha qualità, giocatori importanti, ora è in difficoltà, ma si tratta di una squadra che dovrebbe riprendere il suo cammino. Godiamoci questo momento e basta»lo slogan coniato dal tecnico della Lazio.
TOTTI -S’è sottratto alla tentazione di accendere il clima del derby e ha spiegato che la squalifica di Totti si trasformerà in un vantaggio per la Lazio.«Certo che è meglio non trovarlo nel derby»ha risposto, prima di consigliare il segno «1» sulla schedina.«Io in schedina metterei 1. Ma dico sempre così. La filosofia è questa: rispetto per tutti gli avversari, ma poi proviamo a giocarci la partita per vincerla».Un giorno di riposo nella sua casa di Lucinico, vicino a Gorizia. Oggi, in tarda mattinata, rientrerà a Roma. E nel pomeriggio ritroverà la Lazio al centro sportivo di Formello. Parte una settimana di passione e di grande attesa. La sconfitta del 18 aprile, firmata da una doppietta di Vucinic, gli brucia ancora. Zio Edy e i suoi ragazzi vogliono prendersi la rivincita.
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